Ivan, il riformatore del candito

Riccione

RICCIONE. Quando ingegno e fantasia si fondono anche la tradizione può avviarsi all’innovazione. Idee semplici, unite al desiderio di mettersi in gioco possono portare mestieri antichi, tradizionali, come quello del “canditaro”, ad acquistare nuova vita e indossare vesti contemporanee, adatte persino ai locali più in voga. È quello che è successo a Ivan Sperindio, 40enne riccionese che è riuscito a portare la sua frutta caramellata dalle spiagge della Perla verde ai rinfreschi di matrimoni, inaugurazioni, compleanni e prime comunioni. La sua attività si chiama Candy Fruit Riccione, e i suoi spiedini di frutta si propongono come la nuova eccellenza del “made in Riccione”.
Lei si presenta dunque come un “canditaro moderno”. Come è nata l’idea di intraprendere questo genere di attività?
«Da tempo avevo in mente il progetto di realizzare un’attività basata sull’utilizzo della frutta, ad esempio aprendo un chiosco sulla spiaggia, ma a causa delle difficoltà nell’ottenere autorizzazioni e licenze avevo desistito. Due anni fa, invece, un amico mi ha riferito dell’intenzione del “canditaro” di Riccione di vendere la sua licenza. Di primo acchito non ho dato peso alla notizia, in seguito, invece, ho iniziato a ripensarci».
È accaduto tutto quindi per caso?
«Inizialmente sì, però l’espansione successiva è stata meditata e studiata appositamente. Dopo aver appreso i segreti del mestiere dal mio predecessore, che mi ha insegnato come acquistare la materia prima, come lavare la frutta e come realizzare caramellatura e spiedini, ho iniziato a pensare a un modo per poter continuare a lavorare anche d’inverno, a stagione conclusa. Così, ho provato a proporre le mie creazioni anche per i rinfreschi delle inaugurazioni, ai banchetti dei matrimoni o alle feste di compleanno».
In questo modo ha avuto inizio la trasformazione da “canditaro” tradizionale a “canditaro” moderno. Come è riuscito materialmente a realizzarla, a farsi conoscere in questa nuova versione?
«In questo, la svolta social è stata fondamentale. Silvia Casali, una turista reggiana che ho conosciuto in spiaggia a Riccione, si è proposta di aiutarmi a compiere il mio lancio nel mondo del web. E non è stato un aiuto qualsiasi. Silvia, infatti, di professione fa la social media manager; ho quindi potuto disporre del sostegno e delle capacità di una ragazza esperta e qualificata. Insieme abbiamo realizzato video promozionali, tutorial, scattato foto e creato contatti che sono ora visibili sulla mia pagina Facebook».
Il suo progetto di innovazione si arresta ai profili che ha tracciato o si estende anche al prodotto in sé che offre alla clientela?
«Oltre al diverso modo di propormi, ho introdotto anche delle innovazioni nei dolci che realizzo. Ho pensato a soluzioni alternative alla tradizionale caramellatura; ad esempio, realizzo spiedini di frutta arricchiti da cioccolato fuso, sia bianco che fondente, e da granella di nocciole. Cerco di diversificarmi anche nella tipologia di frutta utilizzata: oltre alle classiche arance mele, banane e fragole, utilizzo anche cedri, limoni e frutta secca».
Sono necessarie tecniche particolari per realizzare questi prodotti?
«Sì, ad esempio, per forare le noci utilizzo uno speciale attrezzo realizzato da me artigianalmente che permette di praticare nella frutta un foro preciso, in modo da poterle inserire nello spiedino. Naturalmente, tutta la frutta è lavorata da me in modo artigianale».
Anche se è solo da un paio d’anni che ha intrapreso questa attività, se la sentirebbe di dare un giudizio sul riscontro che ha trovato?
«Per adesso posso affermare di aver avuto un riscontro molto positivo. La scorsa estate è stata per me la prima vera stagione piena, in cui ho portato i miei prodotti tra gli ombrelloni delle spiagge di Riccione e mi sono fatto conoscere dalla gente. I miei clienti più affezionati sono naturalmente i bambini, che adorano quelli che, a tutti gli effetti, sono dolci realizzati con la frutta. Ho un discreto successo anche tra il popolo vegano, che fa della frutta il principale dessert».
In una prospettiva “storica”, tenendo a mente la figura tradizionale del “canditaro”, come si descriverebbe guardandosi allo specchio?
«Mi vedo proprio come l’innovatore di un personaggio tipico della tradizione riccionese, come il riformatore di un mestiere nato nel dopoguerra quale fonte di sostentamento e che oggi si propone invece di realizzare il prodotto simbolo della spiaggia di Riccione».

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