“La prima stagione” dei bagni Quando Rimini era avanti quasi come... Guerre stellari

Rimini

RIMINI. Dell’avvocato Alessandro Catrani si conosceva la passione e la perizia che mette nel suo lavoro di legale. Ma forse non tutti sanno che è anche un fine collezionista e ricercatore di immagini rare della sua città. Sono 35 anni che le raccoglie e ora, insieme al Comune, ha deciso di metterne in mostra circa 450, che saranno esposte dal 18 dicembre al 31 gennaio nella Sala delle Colonne del teatro Galli.
La mostra s’intitola La prima stagione perché è una primizia in molti sensi. Innanzitutto riguarda quel periodo storico (seconda metà dell’Ottocento e prima del Novecento) in cui Rimini ha gettato le basi per diventare la capitale europea del turismo balneare; poi perché molte delle fotografie sono inedite; infine perché danno, per la prima volta, corpo visivo alla Belle époque riminese, oggi seppiata dal secolo e più che è passato, ma sempre molto affascinante.
L’assessore alla Cultura, Massimo Pulini, nel presentare l’esposizione, ha detto che «rende merito alla giovinezza del nostro mondo, immagini poetiche che ci restituiscono anche un’atmosfera, che fermano il tempo molto più di tanti documenti scritti, perché svelano l’anima delle persone che hanno abitato questa città. Un luogo di cui possiamo ritrovare tanti siti che nessuno dei riminesi di oggi ha mai visto prima, come l’ippodromo che per tre anni ha affiancato il Kursaal al mare».
Catrani, dal canto suo, ha sottolineato che «quella esposta è solo una minima parte della mia raccolta, circa 10mila immagini originali. Le ho guardate centinaia di volte ma ancora oggi mi sorprendo a scoprire quanto la Rimini del Novecento, che siamo abituati a descrivere come “felliniana”, in realtà ha origini precedenti. La mostra è suddivisa in quattro parti. La prima riguarda le strutture turistiche come il Kursaal del 1873, il Grand Hotel del 1908, l’hotel Hungaria del 1906 (dove venivano i nobili austro-ungarici), la Villa Rosa, la Villa Adriatica. Poi ci sono i costumi dell’epoca, come quelli da spiaggia indossati sulla “Pagoda”, la struttura che veniva montata e smontata a inizio e fine stagione sulla spiaggia davanti al Kursaal, e che conteneva i camerini dove i bagnanti si cambiavano. Ma anche gli aristrocratici e i loro amici: qui erano di casa il futurista Marinetti, l’attrice Eleonora Duse e tanti altri. E ancora le ville dei nobili con la vita che vi si svolgeva. Ma abbiamo anche le foto di Buffalo Bill a Rimini nel 1906 e quelle del raid aviatorio del 1911 che a fine agosto portò al campo di aviazione dove ora c’è lo stadio Neri, circa 10mila persone».
Esposti pure alcuni documenti unici, come il rogito con il quale il Municipio riminese acquistò dai conti Baldini i primi bagni privati che avevano fondato, trasformandoli così in bagni pubblici. Nonché biglietti di invito a feste e manifestazioni con lo stile tipico dei primi del secolo scorso.
Il tutto ci restituisce un’immagine che oggi può apparire sbiadita, di una Rimini che non c’è più, ma che all’epoca era modernissima, avanti anni luce rispetto ad altri: potremmo quasi dire che viaggiava come un’astronave di Guerre stellari, a una velocità da iperspazio.

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