Gabriella Greison, fisica rockstar a Gambettola

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Al teatro Comunale di Gambettola, ore 20.30, Gabriella Greison, monologhista divulgatrice scientifica, presenta in “prima” regionale “Sei donne che hanno cambiato il mondo” nella fisica, matematica, chimica. «All’indomani delle frasi del senatore Pillon – dice Greison – (“È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento, come ostetricia”), ricordare il percorso delle grandi donne della scienza è ancora più importante».

Greison (1976) che vive fra la natia Genova e Milano, è fisica, insegnante, ricercatrice. Sette anni fa ha lasciato gli istituti per scrivere storie di scienza da divulgare come show. Storie pubblicate in libri molto venduti da cui ha tratto monologhi, a partire da “L’incredibile cena dei fisici quantistici (2015)”, fino a “Ucciderò il gatto di Schroedinger” (2020), passando da “Sei donne che hanno cambiato il mondo” (2016).

Come ha scelto le sue sei donne fra le tante che si sono distinte nella storia?

«Prima ho ricercato tutte le donne della scienza da Ipazia in poi, tant’è che nel libro ne cito 90. Le 6 che metto insieme nello spettacolo hanno vite così diverse e sfaccettate da formare un puzzle dove ognuno può identificarsi, rappresentano un corpo unico che le riunisce tutte. Ci vogliono parole di bellezza per uscire dalla crisi, e queste sei donne avevano un fuoco dentro, tale da dedicarsi totalmente all’attività scelta».

Ci dica di loro.

«Sono la chimica Marie Curie (1867-1934) dalla grande dedizione al lavoro; Rosalind Franklin (1920-1958) tenace, ma anche dolce e delicata nel proporsi; la matematica Emm yNoether (1882-1935) divertente; la fisica Mileva Mari (1875-1948) mentalità scientifica per eccellenza e prima moglie di Einstein. E ancora Lise Meitner (1878-1968) ed Hedy Lamarr (1914-2000), l’inventrice del wifi moderno nonché diva di Hollywood».

In tanti le chiederanno perché una “mente” come la sua, laureata in Fisica nucleare, insegnante, ricercatrice all’Ecole Polytechnique di Parigi, abbia lasciato per intrattenere con monologhi sul palcoscenico.

«In realtà amo la fisica e ciò che ho studiato; sentivo però la necessità di dire alla gente che “non è come ve la stanno raccontando”. Soffrivo all’ascolto di spiegazioni noiose e pedanti, avevo necessità di metterci il mio fervore per invogliare a intraprendere percorsi scientifici, a incuriosire. Nessuno ci diceva che la fisica è qualcosa di emotivamente trainante, adesso invece sei “figo” se studi fisica, e io penso di aver contribuito a questo cambiamento; metto ironia nel divulgare, proprio come facevano i fisici del XX secolo che si divertivano. Perché mai negli istituti scientifici si devono guardare paludati accademici, “professoroni” come li chiamava Einstein?».

Ha avuto dei modelli come divulgatrice di una fisica accattivante?

«È stato il contatto con istituti americani scientifici a rafforzare questa mia volontà; in America nasceva una linea divulgativa nuova con “rock star della fisica”. Ho così deciso di portarla anche in Italia e mi è stato riconosciuto questo primato, se è vero che anche a me hanno attribuito lo stesso soprannome con mia gran soddisfazione. Credo di avere creato un modo nuovo di raccontare sia la fisica quantistica, sia le donne della scienza. Mentre nella scienza e nella ricerca sarei stata una delle tante, in questa mia scrittura e divulgazione mi distinguo». Info: 392 6664211

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