Gabriele Salvatores girerà un film da un soggetto di Fellini

All’origine c’è una cartellina rossa che riaffiora da un baule pieno di vecchi documenti: è il 2006 e l’allora 97enne Tullio Pinelli – sceneggiatore, drammaturgo, scrittore piemontese che nel dopoguerra forma con Federico Fellini una fortunata e stimata «ditta di scrittori a quattro mani» al servizio del cinema italiano – si rivela ancora una miniera in fatto di rivelazioni sulla propria antica e duratura collaborazione con il regista riminese.

Cancellati dalla memoria, ma custoditi tra altri vecchi e dimenticati manoscritti e copioni, nell’estate di 17 anni fa spuntarono infatti 58 fogli dattiloscritti contenenti quello che assomiglia tanto a un trattamento per un film a venire: il titolo è Napoli-New York e seppure non rechi la firma degli autori del testo, correzioni a penna ed altri elementi consentono di attribuirlo alla coppia Fellini-Pinelli.

Oggi quel trattamento sembra uscire di nuovo dall’oblio e arrivare agli onori della cronaca: il regista premio Oscar Gabriele Salvatores firmerà infatti la regia di un film tratto proprio da quel soggetto/trattamento che esattamente una decina di anni fa è stato edito da Marsilio con il titolo Napoli-New York. Una storia inedita per il cinema, a cura di Augusto Sainati.

L’inizio delle riprese del film di Salvatores è annunciato per il mese di maggio. Prodotto da Paco Cinematografica, è ambientato nella Napoli del dopoguerra dove si muovono due scugnizzi costretti a cercare fortuna in America. La produzione è attualmente alla ricerca di un bambino e una bambina tra gli 8 e i 14 anni per i ruoli da protagonisti.

Il trattamento attribuito alla coppia Fellini-Pinelli risale ai primi anni della loro collaborazione in veste di sceneggiatori e cioè alla fine degli anni Quaranta. Federico Fellini vive a Roma ormai da una decina di anni ed è riuscito ad affermarsi come scrittore per il cinema (ha già ad esempio sceneggiato, tra numerosi altri film, Paisà e Roma città aperta di Roberto Rossellini). La sua carriera di regista inizierà solo alcuni anni dopo: nel 1950 con Luci del varietà firmato in coppia con Alberto Lattuada, per poi avviarsi da “solista” verso un futuro di successo con la pellicola Lo sceicco bianco.

Appare improprio associare Napoli-New York (cui lo stesso biografo e amico di Fellini Tullio Kezich fa riferimento come a uno dei tanti progetti di scrittura commissionati alla coppia di sceneggiatori) a progetti che invece il futuro regista ha coltivato e inseguito nel corso della sua carriera interrotta dalla morte avvenuta il 31 ottobre 1993, all’età di 73 anni. Progetti come Il viaggio di G. Mastorna, che resta la grande incompiuta del regista riminese, un testo ancora oggi studiato, adattato, meritevole di continua riscoperta. L’archivio del Fellini Museum, informa una nota del Comune di Rimini, ne conserva «ampia documentazione, foto e disegni».

Risalgono agli ultimi anni di vita del grande regista, invece, due progetti che non sono arrivati a realizzazione: quello denominato Block-notes sul mestiere dell’attore, di cui resta qualche disegno e qualche appunto e che si pensa possa essere lo sviluppo di un’idea degli anni Settanta su Alighiero Noschese. L’altro era la ripresa di un vecchio proposito, Venezia, dedicato al fascino e alla dimensione onirica della città.

Tra i film “inseguiti”, immaginati, e mai realizzati compiutamente, un posto di primo piano merita certamente anche il progetto ispirato a Le libere donne di Magliano di Mario Tobino, ambientato nell’ospedale psichiatrico di Lucca, di cui restano tracce di un trattamento. Per ammissione dello stesso Fellini «è ritornato un po’ a galla» nel suo ultimo film, La voce della luna.

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