Gabicce, muore a 30 anni 3 giorni dopo le nozze

Nessuna esistenza interrotta può lasciare indifferenti. Ma quando un evento tragico, inaspettato, strappa dall’amore dei propri cari e dall’affetto di chi ogni giorno aveva l’occasione di incontrarla, una vita fatta di progetti, sorrisi, ottimismo, allora il dolore diventa più netto, inconsolabile. È il dramma che ha colpito Mara Angelini, 30 anni, convolata a nozze sabato scorso e morta lunedì per la rottura di un aneurisma cerebrale. Una ragazza solare, capace di mettere a proprio agio chiunque incontrasse, ottimista. Queste alcune qualità raccontate da chi la conosceva. Sabato scorso, come detto, era convolata a nozze con Alessandro, nel comune di Vallefoglia e proprio dove si era trasferita da Gabicce mare: a maggio era previsto il matrimonio religioso. «Non ci sono parole per descrivere il dolore e la perdita che ha lasciato nella vita di ognuno di noi – la ricordano –. Saresti stata una sposa bellissima a maggio, spero che da dove sei ora tu possa vedere tutto amore che hai lasciato qui e le persone che ti volevano bene». Mara lavorava alla Fisiolab di Cattolica: «Con gli occhi pieni di lacrime e il cuore distrutto dal dolore – scrive la titolare –, provo a trovare le parole giuste per dire a tutti che, ogni volta che varcheranno la nostra porta non ti troveranno più lì seduta alla tua scrivania, sempre pronta ad accoglierli con il sorriso, la simpatia e la disponibilità che ti contraddistinguevano». Il funerale si svolgerà oggi, alle 15.30, a Montecchio. Ad accompagnare la ragazza in questo ultimo, straziante viaggio, ci sarà la banda di Colombarone, in cui suona il marito e di cui faceva parte anche Mara che spesso presentava i brani che poi avrebbero eseguito i suoi amici musicisti. Proprio dall’organizzazione che riunisce tutte le bande marchigiane, insieme al cordoglio, è partito l’invito rivolto a chi vorrà partecipare alle esequie, di presentarsi con la divisa della propria banda e unirsi all’ultimo saluto a Mara, anche se nemmeno la musica saprà riempire il vuoto lasciato dalla sua morte.