Fusignano, sfruttavano un disabile per vendere droga: due fratelli patteggiano un anno

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Hanno patteggiato un anno davanti al giudice per le udienze preliminari Corrado Schiaretti e al sostituto procuratore Cristina D’Aniello i due fratelli di origine marocchina di 29 e 32 anni (assistiti dagli avvocati Veronica Valeriani e Raffaele Coletta) che avrebbero anche sfruttato un disabile per acquistare e vendere droga. È a casa di quest’ultimo che tutto sarebbe emerso, il 17 febbraio del 2020 a Fusignano. Quella sera il gruppo di ragazzi si era trovato nell’abitazione del giovane affetto da un manifesto disagio mentale. Tra i presenti inizialmente anche solo il più giovane dei due fratelli. Sarebbe stato lui a tirare fuori le prime dosi, per poi proporre a uno del gruppo strane operazioni di bonifici e prelievi di denaro contante, per poi inviare il padrone di casa – descritto come “un bambino” alla luce di non meglio precisate difficoltà cognitive – a comprare nuove scorte di droga. Tutto bene, finché i soldi sono finiti. A questo punto la trama si fa surreale. Perché il pusher del gruppo, davanti agli occhi increduli degli altri, aveva telefonato al fratello maggiore, informandolo che i presenti lo avevano derubato. Si era fatta notte, ma nonostante ciò il campanello ha suonato pochi istanti dopo la telefonata. Schierati e inferociti contro i restanti quattro, i due fratelli avevano impugnato un gancio da traino in ferro, un coltello e il collo di una bottiglia infranta brandendoli per minacciare e rivendicare un credito di 400 euro: «Tirate fuori i soldi altrimenti vi ammazzo». Questa la premessa con la quale i presenti, due italiani, un rumeno e un macedone, sono stati chiusi a chiave e malmenati per 20 minuti. Uno di loro si era messo in salvo buttandosi dalla finestra al primo piano. Infine anche gli altri hanno deciso di gridare, «Arrivano i carabinieri», forse un bluff, ma efficace per tornare liberi. Un referto medico con tre giorni di prognosi a certificare le asserite lesioni subite quella sera da una delle quattro vittime aveva poi innescato le indagini che hanno portato a giudizio i due fratelli.

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