Fresu e Di Bonaventura al Verucchio Festival

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«La Romagna è una delle regioni più belle d’Italia e i romagnoli mi piacciono tanto, con uno spirito speciale diverso da quello della mia terra, le Marche». Così Daniele Di Bonaventura, compositore fermano che ha suonato, registrato e collaborato con i più grandi del nostro tempo e suonato nei principali festival italiani e internazionali, dagli Usa al Giappone. È felice di tornare in Romagna e suonare stasera con Paolo Fresu al “Verucchio music festival”, primo appuntamento della 37ª edizione ospitata come sempre sul sagrato della chiesa Collegiata in piazza Battaglini, con inizio alle ore 21.30, apertura alle 20.30.

Un duo collaudato con Fresu alla tromba e flugehorn e Di Bonaventura al bandoneon. Due compositori e musicisti dell’improvvisazione, due jazzisti con all’attivo un curriculum e tanti di quegli album da riempire pagine su pagine, due che, legati da una amicizia profonda, si conoscono da una vita e suonano insieme da 15 anni, a cui basta un cenno per intuire cosa suonare, senza scaletta o programma definito.

Di Bonaventura, succederà anche a Verucchio?

«A parte i primi due pezzi, procediamo poi a ruota libera in maniera istintiva, abbiamo un repertorio collaudato così vasto a cui attingere che non decidiamo nulla e la fiducia reciproca è tale che ognuno di noi può prendere qualsiasi iniziativa che l’altro lo segue».

Cosa riserva il repertorio da cui pescherete stasera?

«Presentiamo brani nostri, tratti dai dischi che abbiamo fatto insieme e non, a cui aggiungiamo musica messicana, brasiliana, ma anche Bach, Puccini e pezzi del ’500 di Monteverdi. Non facciamo distinzioni di genere perché, come amava dire Duke Ellington, la musica si divide in quella buona e l’altra. E poiché a noi piace suonare è come pescare in un cappello e tutto scorre liscio».

Lei ha un diploma in composizione e ha iniziato a 8 anni a studiare pianoforte, poi violoncello, composizione e direzione d’orchestra. Quando è arrivato il bandoneon?

«Ho assistito a un concerto dal vivo di Astor Piazzolla ed è stato un elemento scatenante che ha dato una svolta alla mia vita di musicista. Ho iniziato a suonare il bandoneon da autodidatta e da 5 anni alterno i concerti al pianoforte con questo strumento che amo moltissimo».

Spazia dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, da quella etnica alla world music, con incursioni nel mondo del teatro, del cinema, della danza. La definizione di musicista eclettico le piace?

«Sì, certo. Mi piace spaziare tra composizione ed esecuzione a 360 gradi senza preclusioni. E sono orgoglioso di aver collaborato nel 2014 alla colonna sonora del film “Torneranno i prati” diretto dal grande Ermanno Olmi».

Come è nata la collaborazione con Fresu?

«Ci conoscevamo da una vita ma poi abbiamo suonato insieme in Corsica nei concerti “Mistico Mediterraneo” anche con l’ensemble vocale A Filetta. Ne è nato un disco e a seguire tanti altri progetti: esecuzioni, arrangiamenti, dischi, colonne sonore. Abbiamo scoperto una profonda affinità e sviluppato una poetica comune che si è tradotta in tante esibizioni dal vivo, tra cui anche il progetto concertistico ispirato a Corto Maltese, e in innumerevoli dischi tra cui l’ultimo “The sun of the sea” uscito a febbraio, con Fresu e Jaques Morelembaum».

Info: 0541 670222

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