La Resistenza fa litigare via Facebook: “C'è gente di cui vergognarsi in eterno”. Assolto l'attore Marescotti

Nel leggere dichiarazioni choc contro la Resistenza, pronunciate dall’allora segretario provinciale forlivese di Fratelli d’Italia, Ivano Marescotti aveva reagito usando il dialetto, una fra le sue inconfondibili cifre stilistiche. Non era andato per il sottile nel condannare Francesco Minutillo. Lo aveva definito “gente di cui vergognarsi in eterno”, aggiungendo quel fraseggio tipico della lingua dei nonni che letteralmente auspica alla controparte la comparsa di un brutto male. Era bastato un post su Facebook scritto dall’attore di Villanova di Bagnacavallo, e nei suoi confronti si era riversata la querela del politico 40enne. Frasi dall’indiscusso tenore diffamatorio, quelle contestate, eppure originate da una provocazione pesante dell’ex segretario, che aveva preso di mira il partigiano Adriano Casadei, martire della Resistenza impiccato a Castrocaro il 18 agosto 1944. Minutillo lo aveva descritto come un criminale “legittimamente impiccato a un lampione”, scatenando così la reazione di Marescotti. Il caso si è chiuso ieri in tribunale a Forlì, dove l’attore ravennate 75enne, comparso nelle vesti di imputato, è stato assolto.

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