Formula Uno, protesta degli animalisti: il manichino di un cane morto spedito a Stefano Domenicali

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Un manichino di cane spedito a Stefano Domenicali, numero uno imolese del circus della Formula Uno. Il motivo? Va cercato nell’Iditarod, la celebre corsa di cani da slitta che si tiene ogni anno in Alaska su un percorso estremo che mette a dura prova gli animali. Nel mirino degli animalisti c'è il sostegno da parte di Liberty Media: la società statunitense, che organizza il Campionato del Mondo F1 dal 2017, è tra gli sponsor principali della gara tra slitte. E ha scatenato le proteste di un’associazione animalista.

Così nelle scorse ore Domenicali avrebbe ricevuto un manichino di un cane morto: una protesta rivendicata dall’associazione animalista Peta (“People for the Ethical Treatment of Animals”), che da anni si batte contro l’Iditarod, competizione finita nel mirino delle critiche per le condizioni estreme a cui i cani da slitta sono sottoposti: secondo le ricerche degli attivisti, sarebbero oltre 150 gli animali morti nella sfida, con svariate centinaia di cani rimasti infortunati al termine della corsa. Una situazione sgradevole che ha spinto altre multinazionali – tra queste ExxonMobil, Jack Daniels e Coca Cola – a ritirare il proprio sostegno economico alla gara.

“Molte aziende – spiega l’associazione animalista – dopo aver appreso della crudeltà dell’Iditarod ascoltando la Peta, hanno deciso di cancellare la propria sponsorizzazione, tagliando tutti i legami con la corsa. Non è ancora successo però con la Gci, compagnia sorella della Formula 1, anch’essa guidata da Liberty Media, che ancora investe più di 215.000 euro all’anno nella competizione. È per questo motivo che abbiamo organizzato una consegna speciale per il Ceo della F1, Stefano Domenicali. Non preoccupatevi, è solo un manichino. Ma i cani dell’Alaska, invece, muoiono per davvero”.

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