"ForlìMusica" c'è e si farà sentire

«La musica deve continuare, la musica non si ferma»: non uno slogan, ma una dichiarazione di intenti sottoscritta da chi di musica vive, e ne ha fatto una professione, ma soprattutto una passione, Danilo Rossi, forlivese, prima viola del Teatro alla Scala e direttore artistico della stagione concertistica della sua città, parla per i musicisti dell’Orchestra Maderna, e per tutta la grande famiglia di ForlìMusica.

Insieme infatti hanno deciso che nonostante le limitazioni subite dallo spettacolo dal vivo, «la musica deve continuare – sostiene deciso Rossi –. Il pubblico non potrà esserci, ma dal 13 dicembre al 6 gennaio offriremo alla città e non solo, grazie alla diffusione via social, qualcosa di bello, che mette al centro i giovani, e il lavoro: quello di chi suona, dei tecnici, di tutte le figure che fanno sì che un concerto esista».

Il Covid, nostro malgrado, ci ha abituato a fruire dello spettacolo anche in questo modo.

«E così abbiamo registrato i sei concerti del cartellone nel teatro parrocchiale di Vecchiazzano: il 20 dicembre e il 6 gennaio si esibiranno quindi i vincitori del nostro storico concorso “Adotta un musicista”, ragazzi di 16-17 anni già proiettati verso una carriera non solo nazionale, il 24 dicembre, diretta da Filippo Maria Bressan, ci sarà l’orchestra giovanile Orcreiamo, con l’esecuzione in prima assoluta di tre brani composti dai musicisti in residenza Leonardo Mezzalira, Filippo Landi e Antonio Gioia. Il 29 dicembre sul palco virtuale salirà il Quintetto d’archi Tebaldi: giovanissime studentesse dell’Accademia della Scala, mentre lo stesso Alessandro Bonato, che dirigerà la Maderna il 13 dicembre, ha appena 25 anni!».

Fra le vostre proposte, anche l’opera.

«Sì, il 3 gennaio presenteremo “La serva padrona”: un altro modo per testimoniare che la musica grazie alla fantasia è capace di portarci oltre ogni difficoltà. Lo spettacolo inoltre si avvale di costumi e scenografie della cooperativa sociale Cava Rei».

Un programma sinfonico e cameristico, e che non dimentica neppure la lirica.

«Una bella proposta per il pubblico: gratuita, fruibile facilmente sul sito di ForlìMusica e sulla piattaforma del Comune di Forlì, e alle 21, proprio come succede per i concerti… normali».

Il suo entusiasmo è evidente: ma come vive tutto questo chi è abituato ad avere un pubblico davanti?

«Anche rispetto ai mesi primaverili sono cambiate le regole: lo spettacolo dal vivo è da difendere comunque, ma se l’alternativa è… il nulla, allora occorre adoperarsi per garantire il diritto alla bellezza, e il diritto al lavoro, e cogliere tutte le opportunità! Poi temo che la battaglia vera sarà riportare le persone a teatro: proprio per questo bisogna andare avanti, con tutte le limitazioni, per non far cadere ancora di più in affanno un settore indispensabile alla vita di un paese».

E per dare occasioni ai giovani…

«Quelli che oggi ci stanno rimettendo di più e che faticano a trovare luoghi dove esibirsi. Del resto, questo è un problema vecchio e strutturale del nostro Paese: chi è già famoso, o le grandi stagioni, non sono ispirati a creare possibilità per i giovani. E pensare che gli iscritti al mio corso al Conservatorio a Lugano quest’anno sono raddoppiati, con tanti stranieri, anche da oltreoceano: proprio i mesi del confinamento mi sembra abbiano dato loro modo di riflettere e di capire meglio cosa vogliono fare. Allora, ognuno nel suo ruolo, diamoci da fare e creiamo condizioni perché chi ci succederà cresca, e si realizzi!».

Programma: www.forlimusica.it

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