Santa Sofia. Piste da sci ancora chiuse, ma la “dama bianca” attira turisti

La neve nelle Foreste casentinesi non è sufficiente per aprire la stagione sciistica ma se gli impianti di risalita rimangono fermi, non è così per la stagione turistica invernale.
Il territorio che vive dentro e ai margini del Parco nazionale delle foreste casentinesi, infatti, continua ad accogliere escursionisti e famiglie alla ricerca di un angolo di paradiso. «In cima al Monte Falco, a 1.658 metri ci sono una ventina di centimetri di neve che però non è sufficiente per riaprire gli impianti», spiega il sindaco di Santa Sofia, Daniele Valbonesi. Se la coltre di neve non è abbastanza per calzare sci e ciaspole, il bosco è ammantato di bianco e lo spettacolo della galaverna attira molti turisti. Anche per questo fine settimana infatti, sono tanti i turisti attesi in Appennino. «Ci aspettiamo che ci sia una buona affluenza - conferma il sindaco – e per questo abbiamo messo a punto il servizio navette e la gestione dei parcheggi previsti dal programma “Neve e natura”, messo a punto da Comune e Parco nazionale”.
Si tratta di una serie di servizi ma anche eventi ed escursioni per agevolare l’afflusso turistico. Non è certo il primo anno che la “dama bianca” si fa attendere facendo ritardare l’avvio della stagione sciistica ma le temperature rigide di questi giorni fanno sperare che, a breve, si possa tornare a mettere sci e ciaspole ai piedi. «La stagione invernale è molto condizionata dal meteo naturalmente – continua Valbonesi -. La neve fa la differenza e speriamo di recuperare a fine gennaio e febbraio». Anche se, innegabilmente, l’assenza della neve si fa sentire frenando l’indotto turistico, c’è abbastanza soddisfazione tra le guide escursionistiche che anche se sono costrette a lasciare appese al chiodo ciaspole e bastoncini, non hanno fermato la loro attività.
«Dal punto di vista di afflusso turistico la mancanza di neve si sente - afferma Leonello Rosa guida escursionistica Lello Trek, tra i primi ad aver scoperto e proposto la potenzialità delle racchette da neve da mettere sotto ai pieni oltre 20 anni fa -. Quando arriva la neve arriva veramente tanta gente che vuole ciaspolare - è un’attività molto affascinante e particolare soprattutto se la si pratica sotto le stelle e la luna o ci si ritrova dentro alla bufera. Il nostro appennino è vicino a casa, a un’ora e mezza o due di macchina di chi è più lontano. Questo weekend, se le temperature rimarranno basse, si potrà vedere la galaverna sulle piante, uno spettacolo meraviglioso».
Il bosco, trasformato in cristallo, offre dunque la possibilità di vivere emozioni forti anche solo ammirando il suo abito invernale. «Non ci sono le condizioni per ciaspolare – conferma Mattia Fiorentini, guida escursionistica di “Scomfort zone” - ma c’è comunque una buona richiesta da parte delle persone forse perché le temperature miti rispetto alla media di stagione richiamano molto a praticare esperienze outdoor. Nonostante la mancanza di neve sono dunque abbastanza soddisfatto». È ampia la fascia d’età degli escursionisti, che va generalmente dai 30 anni fino ai 60. «Propongo uscite che uniscono la scoperta del territorio a quella delle persone e delle attività che lo abitano offrendo, oltre all’esperienza della natura anche quella dell’incontro».
L’alluvione che ha ridisegnato la morfologia di molti territori appenninici, in particolare della valle del Tramazzo, ha imposto alle guide escursionistiche di rivedere i propri itinerari. «Le frane non hanno modificato il numero di attività che propongo – continua Fiorentini – ma ha richiesto certamente un impegno maggiore per poter svolgere attività in sicurezza anche attraverso il confronto con la Pro loco e il Cai . Alcuni sentieri, infatti, non sono più percorribili ma abbiamo trovato percorsi alternativi».
«C’è meno richiamo rispetto a quando c’è la neve ma sono abbastanza soddisfatto – conferma anche Marco Clarici guida ambientale escursionistica di “Boschi Romagnoli” - . Un pochino di neve c’è e non manca la voglia di andare a vederla. Al momento facciamo gli stessi itinerari che avremmo percorso con le ciaspole ai piedi anche se molte persone che mi hanno contattato quando gli ho detto che saremmo usciti senza ciaspole hanno perso un pochino di interesse. Rimaniamo dunque in attesa della neve e solo nel caso in cui non dovessero esserci precipitazioni - conclude Marco Clarici - , ci si adatterà a proporre qualche attività a quote più basse andando a scoprire un po’ la collina. Finché, però, c’è la speranza che arrivi la neve io rimango con la proposta appenninica».