Rivolta in carcere a Forlì. Armati di mazze devastano il reparto

Forlì
  • 23 novembre 2023

Una rivolta a colpi di mazze ha creato momenti di tensione all’interno della casa circondariale di Forlì: solo il pronto e competente intervento degli agenti di polizia penitenziaria ha evitato il peggio. Perchè mentre tre detenuti brandivano le “armi” ricavate da manici di scopa, tutti gli altri urlavano e minacciavano il personale incitando alla violenza e scatenando una sommossa che avrebbe potuto avere gravi conseguenze. Invece, riferisce il Sinappe, (Sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria) si è riusciti a garantire l’incolumità degli agenti «nonostante fossero in 6 su un totale di 160 detenuti, tra reparti maschile e femminile».

La rivolta ha avuto origine martedì sera, momento scelto non a caso, quando il personale è numericamente inferiore. Tre detenuti di origine marocchina pretendevano caffè, zucchero e sigarette. Approfittando della presenza di un solo agente nella loro zona di detenzione hanno forzato l’uscita della cella (sono insieme nella stessa), lo hanno aggredito e hanno iniziato a spaccare con le mazze di legno tutto quello che trovavano, tirando addosso agli agenti anche le bombolette da campeggio utilizzate per cucinare nelle celle.

Tutto il personale presente a quell’ora, 6 agenti tra uomini e donne, si è riversato nella sezione dove era in corso la rivolta, mentre veniva dato l’allarme che ha portato in breve tempo altro personale a dare aiuto. Il carcere è stato per circa mezz’ora sotto scacco dei detenuti «e solo grazie all’intervento competente e professionale dei poliziotti intervenuti si è potuto riportare l’ordine e la sicurezza nel carcere» rende noto il Sinappe che esprime un plauso «ai colleghi intervenuti» e si fa portavoce di un «malessere che sta dilagando sempre più, causato dall’abbandono totale da parte di una Amministrazione silente, sorda alle richieste di intervento e cieca dinanzi alla palese e ormai incalzante prevaricazione dei detenuti sugli uomini in divisa».

Il problema è ormai annoso: carenza di organico (secondo il Sinappe mancano 43 agenti per renderlo completo), struttura fatiscente che non si presta all’uso detentivo e risorse esigue, questo perché, sottolinea il Sinappe, in previsione del nuovo carcere tute le risorse economiche vengono destinate al futuro. «Questa volta è andata bene - sottolinea il sindacato - ma questi casi sono sempre più frequenti e c’è il rischio che sfocino in problemi di ordine pubblico».

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