Predappio, ritrovati possibili reperti archeologici

Un sito archeologico sopra Monte Mirabello? È quanto racconta il 52enne ingegnere Daniele Rambelli, manager esperto in innovazione e ottimizzazione dei processi produttivi che ha già segnalato il ritrovamento alla Soprintendenza alle Belle Arti di Ravenna. «Abito a Fusignano ma possiedo questo casolare sopra Predappio Alta e pochi giorni fa, con mio figlio, durante un’escursione con le moto da cross in un canalone sperduto abbiamo rinvenuto delle rocce strane ma con una struttura definita. Tre in particolare hanno attirato la nostra attenzione ma ce ne sono molte altre, per la loro morfologia insolita. Una di queste presenta una profonda conca centrale levigata mentre altre evidenziano simmetrie e scanalature non compatibili con fenomeni geologici comuni. Le rocce inoltre hanno ciascuna due lobi raccordati ma la seconda non è così simmetrica e pare addirittura lavorata, la terza sembra un piatto anch’esso completamente lavorato».
Il luogo del rinvenimento si trova fra Monte Mirabello e Monte Maggiore, distante solo qualche chilometro in linea d’aria dal più celebre sito di Monte Poggiolo che però ricade in comune di Castrocaro. «Per avere una prima valutazione ed un riscontro di base a questo ritrovamento, dopo aver pulito le pietre le ho sottoposte ad un’analisi digitale tramite l’Intelligenza artificiale anche utilizzando una nuova versione più potente e applicando filtri avanzati che hanno evidenziato la presenza di linee e segni regolari sulle superfici, rafforzando l’ipotesi di una lavorazione antropica - prosegue l’ingegnere -. Il risultato ottenuto è che queste pietre così non esistono, in più presentano delle lavorazioni che fanno riflettere».
Il perché queste rocce siano venute alla luce solo adesso è dovuto, secondo l’ingegnere Daniele Rambelli, alle conseguenze dell’alluvione del maggio di due anni fa. «La zona di Monte Mirabello ha subito molte frane durante l’alluvione del 2023, la mia casa si è salvata ma quella più vicina ha subito danni. La parte superiore del promontorio dove abbiamo effettuato il ritrovamento è crollata con il movimento franoso che è ancora in atto. Credo proprio che la frana abbia contribuito in maniera determinante a dissotterrare questi oggetti che potrebbero essere manufatti rituali, strumenti o oggetti di epoca preistorica o protostorica che secondo l’IA si potrebbero collocare fra i 4000 e 7000 anni fa».