Mischiato tra gli studenti, nello zaino al posto dei libri aveva droga, arrestato a Forlì

Forlì

FORLÌ. Con lo zaino sulle spalle, vista anche la giovane età, sembrava uno studente che aveva marinato la scuola. Invece secondo la polizia era al lavoro come “pusher” il ragazzo, originario del Gambia e in Italia con permesso di soggiorno per motivi umanitari emesso dalla Questura di Rimini, arrestato venerdì mattina a Forlì nell’ambito dei controlli finalizzati al contrasto dello spaccio rientranti nel progetto “Scuole sicure”.

Accertamenti che, come di consueto, sono iniziati poco prima dell’inizio delle lezioni scolastiche e sono proseguiti per tutta la mattinata, con particolare riguardo ai luoghi solitamente frequentati dagli studenti che marinano la scuola. Proprio in uno di questi spazi è stato notato il ragazzo nei pressi di una pensilina del bus il quale, alla vista degli agenti, ha cercato invano di allontanarsi, rifiutandosi poi di fornire le proprie generalità.

I poliziotti hanno deciso di controllare meglio i suoi effetti personali, inizialmente con l’intenzione di ricercare un documento per identificarlo. La sorpresa è stata grande nell’aprire lo zainetto, all’interno del quale c’erano 51 pacchetti in cellophane, contenenti sostanza vegetale essiccata dal tipico odore della marijuana, per un peso complessivo di circa 450 grammi. Uno di questi era più grosso e conteneva 160 grammi di stupefacente, gli altri 50 invece erano predisposti per singole cessioni e pesavano mediamente tra 5 e 9 grammi. Una volta condotto in Questura è stato accompagnato alla Scientifica per l’identificazione, poiché continuava a non rispondere sulla sua identità, e in questa circostanza ha opposto resistenza, rendendo il lavoro di acquisizione delle impronte assai difficoltoso. Alla fine, però, si è riusciti a capire al suo nome e cognome. Nel Forlivese era stato già identificato qualche mese fa; in due occasioni in cui era rimasto coinvolto in questioni di droga, sebbene di modesta entità. La prima volta era stato segnalato alla Prefettura per il possesso di un modesto quantitativo per uso personale, la seconda invece era stato denunciato in stato di libertà per detenzione a fini di spaccio di circa sei grammi di marijuana. Dai precedenti dattiloscopici sono emersi anche tre diversi nomi, resi alle Autorità in passato, il primo quando sbarcò nel 2014 a Lampedusa.

Il ragazzo è stato quindi tratto in arresto e a suo carico sono stati sequestrati non solo lo stupefacente ma anche due telefoni cellulari e 400 euro in contanti, denaro ritenuto provento dello spaccio verosimilmente prima dell’arrivo degli agenti, quando era riuscito a piazzare alcune dosi. Stamane davanti al sostituto procuratore Federica Messina e al giudice Nunzia Castellano si è svolto il processo per direttissima concluso con un patteggiamento a un anno e otto mesi di reclusione con pena sospesa. Scarcerato, l’episodio risulterà però decisivo per le future decisioni sul titolo di soggiorno, in una prospettiva di allontanamento dal territorio nazionale. Al momento, per quanto riguarda il territorio forlivese, nei suoi confronti è stata disposta la misura di prevenzione del divieto di ritorno per tre anni e inviata in Procura un’altra denuncia per violazione della normativa sull’immigrazione.



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