Aiuti a pregiudicato di Cesena, interdetto commercialista di Forlì

Forlì

FORLI'. I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Forlì-Cesena hanno dato esecuzione ad un’ordinanza con la quale è stato disposto il divieto ad esercitare la professione per la durata di 12 mesi nei confronti di un commercialista di Forlì. Il professionista risulta indagato per i reati di concorso in intestazione fittizia di beni e di autoriciclaggio di proventi derivanti da condotte di appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta.
La misura interdittiva, eseguita da militari del Gruppo di Cesena, è stata emessa dal Tribunale del Riesame di Bologna (dopo la dichiarazione di inammissibilità del ricorso da parte della Corte di Cassazione), a seguito dell’appello presentato dalla Procura di Forlì al provvedimento di rigetto disposto dal gip di Forlì nell'aprile scorso.
L’attività portata a termine rappresenta l’ulteriore sviluppo dell’indagine denominata “Vortice 2017” che nei mesi di aprile e maggio aveva già portato all’esecuzione una misura cautelare personale nei confronti di un pregiudicato cesenate e di due misure interdittive nei confronti di suoi prestanome ed al sequestro ai sensi della normativa antimafia di 46 immobili e 22 appezzamenti di terreno ubicati tra Cesena, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Forlimpopoli e Civitella di Romagna.
L’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Forlì e svolta dalle Fiamme gialle di Cesena ha permesso di rilevare che il principale indagato aveva costituito numerose società operanti nel commercio di carni all’interno di supermercati, che poi aveva iniziato a dismettere a favore di soggetti di nazionalità straniera poco prima delle sentenze con cui è stato condannato in via definitiva (per fatti di bancarotta fraudolenta e ricettazione).
In tale conteso è emersa anche la responsabilità del professionista raggiunto dalla misura interdittiva che ha fornito consulenza nelle operazioni di cessione di quote societarie effettuate solo formalmente dai vari prestanome stranieri e nullatenenti. In tali occasioni, secondo quanto contestato, il commercialista avrebbe omesso di effettuare le segnalazioni per operazioni sospette previste dalla normativa antiriciclaggio pur in presenza di gravissimi indici di anomalia che connotavano tali passaggi di quote, costituiti dal fatto che nonostante tali apparenze l’effettivo proprietario e gestore della società restava sempre il pregiudicato cesenate del quale conosceva i problemi con la giustizia. In tale maniera lo avrebbe così aiutato ad eludere i sequestri patrimoniali dei quali era passibile in ragione delle sue condanne per gravi reati.
Inoltre le indagini avrebbero consentito di rilevare che lo stesso professionista avrebbe prestato ausilio anche nelle operazioni di acquisto all’asta di beni immobili in cui sono stati riciclati i proventi dei reati di bancarotta fraudolenta ed appropriazione indebita.

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