Richiedenti asilo e spacciatori, a Forlì chiuso un bar usato come ritrovo

Forlì

FORLÌ. Aveva preso un bar come centrale operativa per l’attività di spaccio, grazie anche al gestore del locale che chiudeva un occhio sui movimenti che vedeva. Vendita di singole dosi anche a minorenni. Lontani da occhi indiscreti, pensavano. Invece da mesi erano tenuti sotto controllo dai Carabinieri che alla fine sono intervenuti: sette le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip Monica Galassi, 5 delle quali eseguite, 2 i destinatari di provvedimento di presentazione alla polizia giudiziaria, uno dei quali ancora da rintracciare, così come i due che mancano all’appello degli arrestati. Altre 17 persone sono state denunciate, una trentina gli acquirenti della sostanza stupefacente segnalati alla Prefettura.

L’operazione

I Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale e quelli del Nucleo operativo radiomobile hanno concluso un’operazione antidroga durata mesi, fatta di appostamenti, controlli, pedinamenti. Protagonisti una decina di stranieri, originari di Nigeria, Burkina Faso e Ghana, tutti richiedenti asilo, anche se solo per due è ancora in pedi la procedura di riconoscimento dello stato di rifugiato, mentre per gli altri la prima richiesta è stata rigettata. Nel mirino è finito il bar “New day delicacy” di via Manzoni 16/A, dove alcuni stranieri avevano allestito un mercato per la vendita di marijuana nelle pertinenza del locale pubblico, ora chiuso con ordinanza del Gip del tribunale di Forlì per 12 mesi. L’indagine partita nel mese di marzo, ha permesso di riprendere con sofisticate telecamere l’attività di spaccio che si svolgeva tra i tavolini all’esterno del locale: giovani italiani, spesso minorenni, che si avvicinavano agli stranieri, poi o consumavano la sostanza sul posto, oppure contrattavano lo scambio che avveniva in luoghi distanti decine di metri, per non dare troppo nell’occhio. A volte vicino alla stazione, a volte nell’area dei Portici, altre volte in mezzo alla strada. Gli spacciatori, infatti, non avevano quasi mai la sostanza stupefacente con sé, per evitare di essere pizzicati dalle forze dell’ordine in caso di controllo.

Le difficoltà

L’attività dei Carabinieri ha permesso di fermare una trentina di acquirenti della marijuana, tutti segnalati alla Prefettura, mentre gli spacciatori si davano il cambio. Per sette, la cui attività di vendita è stata evidenziata più consistente, il sostituto procuratore Sara Posa, che ha coordinato le indagini, ha chiesto la custodia cautelare in carcere, per altri due soggetti è stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; 17 le persone denunciate. Il bar “New day delicacy” era diventato un ritrovo di stranieri. L’attività di spaccio durava tutto il giorno. Una volta ottenute le ordinanze, per i Carabinieri è scattata la seconda fase, molto complicata perchè gli stranieri identificati sono tutti richiedenti asilo in varie parti d’Italia, senza una residenza fissa. Localizzarli non è stato semplice, così gli inquirenti nello scorso fine settimana hanno deciso di prelevare i soggetti uno a uno per strada: cinque sono stati arrestati, due sono tuttora irreperibili, mentre di coloro raggiunti dall’obbligo di presentazione alla Pg solo ad uno è possibile notificare il provvedimento. Tutti hanno età compresa tra 20 e 35 anni. Nei guai anche il gestore del bar, nigeriano, per aver agevolato l’attività di spaccio, non avvertendo le forze dell’ordine di quello che avveniva nelle pertinenze del locale. Per questo il bar è stato chiuso su ordine del Gip per 12 mesi. Un’operazione che è servita per ripulire una zona tra stazione, Portici e via Marconi, teatro di attività illecite da monitorare e dove già in passato si sono registrati degli arresti. Raccolte le segnalazione dei residenti e degli esercenti l’attività dei militari ha permesso di stroncare il sodalizio.

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