Forlì, ex coniugi in cella dopo 8 anni per il furto di 30 Gratta e vinci

Forlì

FORLI'. Otto anni fa misero a segno il furto di una trentina di Gratta e vinci ai danni di un tabaccaio che si trovava sulle colline romagnole ai confini tra la Romagna e la Toscana. Subito scoperti e intercettati da una pattuglia dei Carabinieri, furono denunciati per furto aggravato in concorso in esercizio pubblico.

La rapidità dell’intervento delle forze dell’ordine aveva anche impedito loro di “grattare” i tagliandi in questione, della serie “Vivere alla grande”, che furono subito restituiti al legittimo proprietario. A distanza di ben otto anni da quell’episodio si può dire che, in effetti, la sorpresa per i due è arrivata veramente, ma quella più sgradita, sotto forma di arresto. Dopo la denuncia, infatti, la macchina della giustizia si era mossa, più o meno rapidamente, svolgendo di due gradi di giudizio e quando la condanna a dieci mesi comminata ad entrambi è stata confermata dal giudice anche in Appello, mancando da parte degli imputati il ricorso in Cassazione, questa è diventata esecutiva.

È toccato così agli uomini della Squadra mobile di Forlì il compito di rintracciare i due e portarli nel carcere della Rocca dove sono attualmente custoditi per espiare la pena. Nel dettaglio si tratta di una 39enne forlivese incensurata, che viveva in un paesino del comprensorio forlivese anche difficile da raggiungere, e di un 53enne di origine ligure, in Romagna da molti anni e già conosciuto dalle forze dell’ordine per numerosi reati contro il patrimonio (rapine e furti) per i quali ha già scontato in passato periodi di detenzione. Attualmente, per le sue condizioni fisiche, gli è stato riconosciuto un grado parziale di invalidità, che però non gli ha impedito di finire in cella.

Un epilogo della loro vicenda forse neanche tanto scontato, vista la ridotta gravità del reato che lo ha provocato, ma dettato probabilmente da una sorta di “distrazione” da parte della ex coppia, marito e moglie poi separati, che non ha assolutamente badato a difendersi nel modo migliore nelle aule del Tribunale, finendo così per vedersi affibbiare una condanna che, per quanto non lunga, li vede ora dietro le sbarre della Casa circondariale cittadina.

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