Vitalizi, il taglio coinvolge anche gli ex deputati forlivesi

Forlì

FORLI'. Gli ex deputati forlivesi coinvolti, nel lotto complessivo dei 1.338 colleghi, dal provvedimento approvato giovedì dall’Ufficio di previdenza della Camera, con il quale è stato disposto il taglio ai vitalizi - frutto dell’applicazione del metodo contributivo e non retributivo – fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, sono tutti nomi noti del panorama politico. Nel dettaglio si parla dei due ex sindaci forlivesi Sauro Sedioli e Nadia Masini e dell’ex primo cittadino di Castrocaro Terme-Terra del Sole Corrado Metri. Attendono, invece, notizie - non essendosi ancora espresso in merito - i parlamentari che hanno concluso la loro esperienza romana in Senato, pur avendo alcuni di loro alle spalle anche legislature alla Camera: Romano Baccarini, Roberto Pinza e Sauro Turroni.

I primi effetti

Nel dettaglio ecco i parlamentari coinvolti in prima battuta. Si tratta di Nadia Masini (68 anni), deputata dal 1987 al 1996 con il Pds e sottosegretaria alla pubblica istruzione nei Governi Prodi I e D’Alema I. Si troverà a sopportare un taglio al vitalizio pari al 55,26 per cento, passando dall’attuale assegno di 6.590,19 euro lordi a 2.948,46. Molto più contenuta la riduzione, complice la pensione raggiunta dopo i 65 anni, per il collega Sauro Sedioli (70 anni), anche lui sindaco di Forlì (dal 1989 al 1995) e poi deputato con i Ds per due legislature, dal 1996 al 2006. La decisione della Camera lo priverà di 235,07 euro lordi (4,97 per cento), passando da 4.725,04 a 4.489,97. Infine Corrado Metri (68 anni), sindaco di Castrocaro Terme-Terra del Sole dal marzo 1995 al novembre 1997 con la Lega Nord e deputato, sempre col Carroccio, dall’aprile 1992 allo stesso mese del 1994, si vedrà decurtare 1.304,21 euro (41,96 per cento), passando da 3.108,58 a 1.804,37.

Senatori “rimandati”

Come ricordato, non avendo il Senato deliberato un analogo provvedimento per i propri componenti, chi lo ha frequentato è per il momento “salvo”. Non solo, se l’esperienza senatoriale è quella conclusiva della carriera parlamentare, allora anche chi vanta precedenti passaggi alla Camera non avrà per il momento alcun effetto sul proprio vitalizio. Accade, infatti, così per Roberto Pinza (77 anni), attuale presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi, deputato dal 1992 al 2006 con Dc e Partito Popolare e poi senatore dal 2006 al 2008 con la Margherita; Sauro Turroni (70 anni), deputato con i Verdi dal 1992 al 2001 e senatore sempre col “Sole che ride” dal 2001 al 2006, e Romano Baccarini (83 anni), deputato con Dc e Partito Popolare dal 1992 al 1994 e senatore dal 1994 al 1996.

Le reazioni

«Non è tanto l’entità più o meno grande del taglio che mi disturba – commenta Sedioli – quanto l’arbitrarietà della decisione, che adotta il principio incostituzionale di retroattività della normativa. Un precedente che potrebbe aprire il varco ad altri provvedimenti come quelli sulle pensioni ritenute troppo onerose per lo Stato: oggi considerate quelle sopra i 4mila euro e domani chissà. Per questo valuterò se aderire anch’io al ricorso che presenteranno alcuni miei colleghi». «Io ne faccio una questione di dignità istituzionale – gli fa eco Baccarini, pur essendo per il momento escluso –. I colleghi della Camera si sono attrezzati per fare ricorso nelle varie sedi e poi faranno un’azione di responsabilità verso chi ha preso la delibera. L’obiettivo del presidente dell’Inps Tito Boeri è intaccare tutte le pensioni ottenuto col metodo retributivo e i parlamentari sono l’agnello sacrificale». «Io non ho rubato nulla e non sono un ladro – conclude Turroni – e mi auguro che chi afferma questo (il riferimento è al ministro Luigi Di Maio ndr) rinunci all’immunità parlamentare se qualcuno lo denuncerà».

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