Lucia Baroncelli, da Forlì all’Islanda in moto tra imprevisti e paesaggi mozzafiato

Diecimila chilometri in moto, da sola, in poco più di un mese: da Forlì all’Islanda e ritorno, in sella al “vecchio” Furio, dopo un percorso pieno di imprevisti. Lucia Baroncelli, 32 anni, agente della polizia locale di Forlì, si è cimentata in una nuova avventura, che stavolta si è rivelata molto più complicata del previsto. I compagni di Lucia in questo viaggio sono stati il fedele Furio, una mitica Honda 400 Four del 1977; Martino, un piccolo drone con cui ha registrato video bellissimi e un cavalletto con telecomando per fare le foto. «Niente di clamoroso - afferma Lucia - cose che potrebbero fare tutti. Sono abituata a viaggiare in moto da sola, ai miei ritmi e con i miei tempi. La passione per la moto è scoppiata nel 2018 per caso, ho incontrato Furio e non ci siamo più lasciati. Per me è diventato un modo per vivere una dimensione tutta mia, viaggiare, scattare foto da condividere con gli altri, ogni avventura alla fine diventa un percorso collettivo, sentito dalle tante persone che mi seguono». Lucia Baroncelli è molto seguita sui social dove racconta le tappe dei suoi viaggi con immagini, video, racconti e anche poesie. Insomma oltre alla passione per la moto ha una certa vena artistica. «Nei miei viaggi conosco tante persone e anche se questa volta ho avuto parecchi imprevisti è stato comunque un bellissimo viaggio».
«La prima settimana ho percorso 3500 km, sono arrivata fino in Danimarca - racconta Lucia - passando da Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Brema. Proprio qui è arrivata la prima brutta sorpresa: ho parcheggiato un attimo la moto, il tempo di prendermi una birra, torno e vedo da lontano una persona che sta frugando nelle mie borse nella moto, mi ha rubato tutto l’occorrente per l’igiene personale, le lenti a contatto e il materiale antipioggia. Per fortuna sono riuscita a recuperare diverse cose e a trovare anche le lenti. Poi ho visitato le Faroe: sono isole selvagge bellissime. Ho dormito dieci giorni in tenda, era freddino, gli ultimi giorni è entrata anche l’acqua e mi è venuta la febbre. Poi ho fatto il giro dell’Islanda. Qui un giorno mi si è rotta la leva della frizione, ma non è stato un gran problema e ho proseguito». Lucia ha quindi preso il traghetto ed è tornata nel Nord della Danimarca, pronta ad affrontare il viaggio di ritorno. «Avevo deciso di passare da Copenaghen poi dalla Polonia , scendere fino a Cracovia, poi Praga e l’Austria. Ma in Polonia mi si è rotta la moto: lo sbalzo di temperatura ha fatto dilatare le guarnizioni, mi è saltato via il paraolio del cambio e il motore si è bloccato. In pratica ho rotto una biella, l’incubo di ogni motociclista. Ero in autostrada nella corsia di emergenza, è arrivata la Polizia, un agente mi ha spinto per 2 km fuori dall’autostrada. Il giorno dopo ho portato la moto dal meccanico ed è iniziata un’avventura durata nove giorni. Subito mi ha detto che non c’era niente da fare, poi ha iniziato a smontare Furio. Bisognava trovare alcuni pezzi, tra cui l’albero motore. Il mio meccanico forlivese per fortuna li aveva e me li ha spediti, in tre giorni sono arrivati. Insieme al meccanico polacco, che si è preso a cuore la nostra situazione (e al libretto della manutenzione della moto) Furio è risorto. Una volta pronta la moto - conclude Lucia - sono dovuta partire subito perché il giorno dopo dovevo essere a lavorare. Ho fatto 1200 km tirati, di cui una buna parte sotto un diluvio universale, ma ce l’ho fatta. E Furio è ancora con me».