I familiari della 31enne di Forlì morta a Cassino dopo la visita medica chiedono giustizia. Indagine interna dell’Asl

«Giustizia per Sofja» . E’ il grido che arriva attraverso facebook da Tanja Rossi, sorella della 31enne forlivese morta quattro giorni dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino con una diagnosi di torcicollo. Lo stesso compagno di Sofja, Stefano Iannetta chiede che venga fatta luce sulla tragedia. La famiglia si è affidata all’avvocato Nicola Montefiori di Faenza.
Le indagini
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per verificare se ci sia stato un errore nella diagnosi da parte dei medici, che hanno deciso di rimandare a casa la donna che viveva a Pignataro Interamna, in provincia di Frosinone e se ci sia stato qualche elemento ignorato durante la visita in ospedale. La salma è stata sequestrata e verrà sottoposta oggi ad autopsia per stabilire l’esatta causa del decesso. La prima ipotesi sarebbe la rottura di un’aorta.
Il cordoglio
Un dolore straziante, ma che vuole sapere la verità quello della famiglia della forlivese (padre e due sorelle) che da alcuni anni si era trasferita nel Lazio per stare con il suo compagno e lavorare nell’azienda agricola di famiglia. «Mia piccola Sofja. Farò giustizia te lo prometto, fosse l’ultima cosa che faccio. Per te e per evitare che altre persone cadano vittima di questa sanità che ormai è allo sbaraglio. La tua morte non sarà vana, ma un simbolo che le cose non vanno bene e devono cambiare. Tutti noi abbiamo il diritto di sentirci tranquilli e in buone mani quando ci rechiamo in una struttura sanitaria e chi non ha le competenze o il buon senso per gestire la vita di una persona, non deve trovarsi nei nostri ospedali. Ora io grido giustizia per Sofja» aggiunge sempre sui social la sorella Tanja.
Il racconto
A raccontare quello che è accaduto negli ultimi giorni di vita della 31enne è stato il compagno: prima un dolore alla scapola che interessava collo e braccio sinistro, con vomito, formicolii e incontinenza. La corsa in ambulanza al Pronto soccorso, le prime visite, le cure con antidolorifici e le dimissioni con una diagnosi di «sospetta cervicalgia». Una visita in una struttura privata che evidenzia come non si trattasse di una contrattura, la richiesta di un appuntamento con il cardiologo. La stessa Sofja con le sorelle lamenta il fatto che non le abbiano fatto accertamenti approfonditi. Ma la situazione non migliora. anzi precipita: il compagno rientrando a casa la trova agonizzante sul divano, l’allarme al 118. Inutile. Sofja è morta in casa. Un decesso che nasconde aspetti da chiarire.
Accertamenti dell’Ausl
Fa sentire la sua voce anche l’Asl di Frosinone sull’episodio: «Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la scomparsa della 31enne Sofja Rossi, deceduta a casa per cause ancora da accertare, e ci stringiamo al dolore della sua famiglia. L’azienda sanitaria segue con la massima attenzione quanto accaduto e, già nei prossimi giorni, avvierà un audit interno per verificare il rispetto delle procedure e dei percorsi diagnostico-assistenziali adottati. In questa fase bisogna evitare ricostruzioni sommarie e inesatte formulando ipotesi disancorate dalle necessarie verifiche e analisi di tutti gli elementi».