Forlimpopoli. Visite guidate alla scoperta degli scavi e dei reperti che raccontano la storia FOTOGALLERY









Hanno una storia stratificata, il nostro paese e il nostro territorio. Scavi, ed emergono mosaici, i muri di una villa romana: o i resti di una zona artigianale, come a Forlimpopoli dove i lavori per un’urbanizzazione fra via della Madonna, via Emilia e via Rita Levi Montalcini hanno fatto emergere un’intera area produttiva attiva fra il I e il III secolo dopo Cristo. Affidato dalla Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini agli archeologi di Akanthos srl, lo scavo ha rivelato ben 12 fornaci, una calcara (una fornace per la realizzazione della calce), depositi di materiali e aree di captamento dell’argilla.
«Il luogo era già noto grazie ai ritrovamenti di Tobia Aldini, -ricorda l’archeologa della Soprintendenza Romina Pirraglia, direttrice dello scavo -, direttore del Museo archeologico di Forlimpopoli dal 1972 al 2003. Aldini vi aveva rinvenuto una quantità di reperti fittili, individuando anzi nella “anfora di Forlimpopoli” una specifica tipologia. In seguito, la Soprintendenza realizzò uno scavo con 25 trincee preventive, in 10 delle quali ci furono rinvenimenti archeologici strutturali». E ora, dopo l’ultima campagna di scavo iniziata alla fine del 2023 con un finanziamento ministeriale di 70mila euro, l’area di circa mille metri quadrati ha rivelato fornaci da anfore e una, più piccola, da vasellame da mensa, moltissimi resti di riempimento e anche un ritrovamento inedito, esagonette pavimentali e lastre per la pavimentazione a spina di pesce, oltre a sette sepolture. «Rispetto al piano di calpestio attuale - commenta l’archeologo Lorenzo Urbini, responsabile del cantiere - il piano romano era di poco sottostante, e questo ha determinato purtroppo spoliazioni e distruzioni. Abbiamo rinvenuto però a Forlimpopoli uno dei pochi “piani forati” rimasti in situ, su cui venivano deposte le anfore per la cottura». Il 30 novembre, grazie alla collaborazione fra Soprintendenza e Comune di Forlimpopoli che ha acquistato il terreno, il cantiere è stato aperto a un pubblico numeroso, affascinato e anche emozionato nel vedere, per esempio, chiaramente impresse su una base di cottura le impronte delle dita di un artigiano di duemila anni fa. Anche questo interesse incoraggia il progetto di una musealizzazione, con un percorso cicloturistico fra le formaci, alcune delle quali lasciate a vista. «Il proposito -aggiungono infatti Pirraglia e la sindaca Milena Garavini- è conservare e valorizzare quest’area facendolo insieme alla comunità: ed è garanzia di successo che i cittadini si prendano cura del proprio patrimonio».