Forlì, venerdì apre la nuova chiesa di Vecchiazzano

Per i “fratoni” di Vecchiazzano è festa doppia. Sarà padre Luigi Luciano, ministro generale dei Servi del cuore immacolato di Maria, a presiedere la cerimonia di inaugurazione della nuova chiesa dedicata a “Nostra Signora del rosario di Fatima”. L’appuntamento è per l’8 dicembre, all’Opera di via Borghina, 4, in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione. Il programma prevede alle 9.45 la recita del rosario, seguito alle 10.30 dalla messa solenne e alle 12.30 dal rinfresco offerto ai partecipanti e alle autorità locali. L’apertura del nuovo centro di culto avviene ad appena nove mesi dalla posa della prima pietra, operata dal vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza il 5 marzo scorso.
«Da ormai cinque anni celebriamo in una tensostruttura – dichiara il superiore della famiglia religiosa, padre Daniele Marzotto – e abbiamo deciso di fare questo passo, proprio per dare ai nostri fedeli, sempre molto numerosi, un ambiente più raccolto e decoroso. Stiamo riuscendo nell’intento grazie alla provvidenza divina, che ha il volto delle decine di persone che hanno contribuito alle ingenti spese sostenute e ancora da sostenere».
Il progetto, del costo di circa 800mila euro, è stato predisposto dallo studio Rgr di Forlì, costituito dagli architetti associati Lorenzo Raggi e Luigi Gardini. In concreto è stata edificata un centro liturgico di circa 230 metri quadri di superficie netta, in grado di contenere, in condizioni normali, duecento fedeli. La particolarità della nuova chiesa, realizzata dall’impresa Styl Casa di Forlì, la stessa che sta costruendo la nuova “parrocchiale” dei Romiti, sta nella possibilità di aprire due dei quattro lati, in modo da consentire nella buona stagione un afflusso maggiore dal fronte d’accesso principale rivolto verso via Borghina. In una nicchia illuminata posta sulla destra della facciata spicca una statua in marmo della Madonna di Fatima. «L’abbiamo acquisita una decina d’anni fa – commenta padre Daniele – proprio in previsione di collocarla in quel posto». L’edificio ha un andamento curvilineo nei muri che lo definiscono, dando così l’idea di uno spazio veramente inclusivo. L’interno consta di un’aula principale e di una cappella feriale, posta sulla sinistra. Belle le decorazioni, a cominciare dalle vetrate, realizzate da Mario Di Cicco, per continuare con l’affresco dell’ultima cena, che campeggia dietro l’altare, dipinto da Marcello Di Camillo, fino ad ammirare il controsoffitto proposto dall’artista Daniela Popovic.