Forlì. Università: in aumento gli iscritti a Medicina e gli specializzandi

Gli specializzandi operativi nelle strutture ospedaliere romagnole collegate all’Università di Bologna sono circa 200 e sono destinati ad aumentare. Sul fronte forlivese la facoltà di Medicina in quattro anni è passata da 95 iscritti annui a 130 e tra due anni usciranno i primi laureati del campus di Forlì. «Avere corsi di Medicina e corsi di specializzazione vuol dire risentire molto meno della mancanza di medici - afferma Franco Stella, presidente del corso di Medicina -. Siamo passati da 95 a 130 iscrizioni, questo significa che in sei anni avremo quasi settecento studenti di Medicina. Abbiamo degli studenti in Romagna molto bravi che provengono da una graduatoria alta e che diventeranno medici molto validi».
Le opportunità offerte dalla rete formativa della Romagna e dall’Università di Bologna sono anche una risorsa per il sistema sanitario del territorio. «In particolare a Forlì esistono già due scuole di specializzazione - spiega Stella - che sono Chirurgia toracica, che è la prima scuola di specializzazione di Unibo con sede in Romagna, aggregata al reparto di Forlì. Successivamente è stata aperta la specializzazione in Cure palliative, gestita da Marco Maltoni, direttore è il professor Paolo Muratori. A Forlì vengono anche tanti specializzandi di Unibo la cui scuola è a Bologna ma dove utilizzano in questo caso la rete formativa della Romagna. Questo perchè attualmente i posti che il Ministero dà alle scuole di specializzazione sono in qualche modo legati anche all’ampiezza della rete formativa. A Forlì, ad esempio, nel reparto di Chirurgia generale diretto dal professor Ecolani di indirizzo oncologico, vengono molti specializzandi da Bologna. Sul territorio sono circa 200 gli specializzandi ed è solo l’inizio, nel corso degli anni aumenteranno».
Università e strutture nell’ambito del sistema sanitario romognolo sono ambite da chi punta a fare il medico, anche se la sede della specializzazione non può sceglierla lo specializzando. «Il concetto è che noi adesso abbiamo un concorso nazionale anche per la specializzazione quindi la scelta avviene rispetto alla classifica nazionale - prosegue Franco Stella - noi in Romagna abbiamo specializzandi entrati al concorso di Medicina con un ranking molto alto e quindi immagino che anche nella scelta della specializzazione si ripresenti una situazione di questo tipo. La Romagna per gli specializzandi sarà sempre attrattivaperchè c’e la possibilità di vedere tutto e ci sono numeri di prestazioni giganteschi, la qualità della sanità è molto buona e c’è un background tecnologico importante».
Sulla questione di eliminare il numero chiuso all’università per l’accesso ai corsi di Medicina Stella è categorico: «Non si può togliere il numero chiuso nel senso che di colpo non è riassorbibile collocare 70mila persone che vogliono fare il medico, rischiamo di creare una schiera di disoccupati. Non sempre il sistema sanitario nazionale è attrattivo per i nuovi medici, perchè all’estero e nella sanità privata le condizioni sono migliori. Il tema vero è formare bravi medici e riuscire a trattenerli, sarebbe sufficiente evitare le emorragie di medici dal sistema sanitario. Deve cambiare qualcosa, serve un sistema più meritocratico e un adeguamento anche economico rispetto all’Europa».