Forlì. Un grillo canta nell’Abbazia di San Mercuriale e disturba le messe. Il sacrestano: “Quell’insetto è una cosa penosa, non se ne va”

Forlì

Abbazia di San Mercuriale in balia di un...intruso. Da alcuni giorni la quiete della secolare chiesa di piazza Saffi, che ne ha viste e sentite di tutti colori, è messa a dura prova da un grillo. L’insetto proviene quasi sicuramente dal chiostro esterno che, oltre ad essere aperto su due lati (e dunque in aperta contraddizione con il termine claustrum, che in latino significa “chiuso”), vanta al centro un bellissimo pozzo seicentesco, appena ripulito insieme a pavimentazione, muretti e lunette, ma anche alcune piante sempreverdi ai lati. «Ha fatto la sua comparsa da una decina di giorni - comunica il custode, sacrestano e organista di San Mercuriale, Alessandro Dianori - e si fa sentire con una certa insistenza, soprattutto nei momenti di silenzio». A dire il vero, il suo inconfondibile frinire risuona sotto le volte dell’austera basilica anche durante le celebrazioni liturgiche o quanto meno in quelle meno affollate, come è successo ieri alla messa mattutina. «In un primo momento - continua il custode - il grillo si è insediato nella navata sinistra, all’altezza dell’organo, per poi spostarsi nella cappella Mercuriali, in fondo alla navata destra». E’ l’ambiente in cui nei giorni feriali, alle 8, dice messa don Guy Kone, assistente del parroco dell’Unità pastorale del centro storico, don Antonino Nicotra. «Quell’insetto è una cosa penosa - lamenta Dianori - anche perché fa “cri cri” ad intermittenza e finisce per disturbare la preghiera e il raccoglimento dei fedeli». Se la sua presenza è facilmente percepibile al di fuori delle celebrazioni, nessuno si è accorto di lui giovedì scorso, in occasione della tradizionale Messa dell’Artista, che ha richiamato in basilica decine di persone: «Troppa gente e tanto movimento, poi la musica con coro e orchestra deve avergli dato noia, al punto che ho sperato che se ne fosse andato». E invece niente, venerdì mattina ha ripreso imperterrito a frinire. «Siamo nell’Ottavario dei fedeli defunti - ironizza Alessandro - e quell’insetto dovrà pur perire prima o poi, anche perché in chiesa non c’è cibo né acqua». Una rapida navigata in “Google” fa scoprire che “un grillo si ciba di erbe e piccoli insetti, vivi o morti”. Sicché qualcosa di commestibile potrebbe trovare anche in loco. Difficile pensare che don Nino adotti provvedimenti per sloggiarlo: è molto più sensato aspettare pazientemente che se ne vada.

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