Forlì. Un avvocato sulle tracce di Erika Bravi, scomparsa a Marsiglia più di 7 mesi fa

Più di sette mesi “al buio”, un’agonia per i genitori di Erika Bravi, scomparsa a Marsiglia il 25 luglio dello scorso anno, che ora hanno deciso di affidarsi a un avvocato francese per potere essere informati sulle indagini della magistratura locale. In attesa di un barlume di luce sulla vicenda, Rita e Zelio Bravi hanno incontrato il prefetto Rinaldo Argentieri che conferma l’interessamento per la vicenda: «Né qui a Forlì né a Marsiglia il caso di Erika è stato abbandonato. Capisco l’angoscia e la sofferenza dei genitori e ho assicurato loro il nostro supporto. Ho frequenti contatti con il consolato a Marsiglia proprio per capire se l’attenzione sulla scomparsa è ancora alta, e posso confermare di sì: la nostra connazionale non è stata dimenticata, l’autorità giudiziaria è attiva sul caso così come la polizia che non ha interrotto l’attività investigativa». Nessuna pietra sopra la vicenda dunque anche se non trapelano novità sull’indagine: la famiglia non demorde e attende delle risposte: proprio per questo ha incaricato un avvocato a Marsiglia che seguirà da vicino le attività sul posto e si interfaccerà anche con il Comitato scientifico ricerca scomparsi odv che prosegue l’attività di supporto conoscendo tutti i dettagli della scomparsa.

Ricordiamo che la procura di Marsiglia ha aperto un fascicolo sulla scomparsa della 45enne lo scorso ottobre (un fascicolo è stato aperto anche dalla Procura di Forlì) andando subito a controllare i movimenti bancari sul conto di Erika a Marsiglia e il suo telefono. I genitori della donna hanno posto l’attenzione più volte sul rapporto con il marito, di origini marocchine, dalla quale si era separata da più di un anno: l’uomo infatti subito dopo la scomparsa della forlivese era partito per il Marocco con i due figli (uno dei quali maggiorenne) per una vacanza programmata. «Sono passati sei anni dall’ultima volta che abbiamo visto nostra figlia dal vivo - hanno raccontato Rita e Zelio Bravi a “Chi l’ha visto” - ha sempre lavorato in Francia e i bambini sono sempre andati a scuola. Poi c’è stata la pandemia con tutta la questione dell’isolamento e dell’impossibilità di viaggiare. Erika voleva tornare a casa. Aveva paura di ammalarsi perché negli ultimi anni aveva lamentato alcuni problemi di salute e quindi voleva ritornare. E avrebbe voluto farlo con i bambini ma non era facile. Anche perché la sua permanenza in Francia era legata proprio al desiderio di garantire stabilità ai suoi figli fino alla fine del percorso scolastico». La 45enne aveva lasciato la casa coniugale di Marsiglia, vivendo per un mese in un alloggio messo a disposizione dal suo datore di lavoro prima di trovare un’altra sistemazione. E proprio nei giorni precedenti la sparizione stava cercando casa, così come doveva fare il 25 luglio quando, insieme al figlio maggiore, avrebbe dovuto andare a vedere un appartamento: il ragazzo l’ha attesa per ore alla fermata della metro, per poi lanciare l’allarme della sua scomparsa.

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