Forlì. Tutto pronto per la festa della Madonna del fuoco

Forlì

Forlì scalda i motori per la festa della Madonna del Fuoco, patrona della Diocesi. Come d’incanto riemerge un carico di tradizioni plurisecolari: dai lumini su balconi e davanzali la notte della vigilia, alle funzioni religiose “non stop” in Duomo, senza dimenticare il rito profano della fiera ambulante, con ben 222 banchi che, dalle 7.30 alle 20 di domenica, animeranno il centro storico, nel quadrilatero compreso tra la cattedrale e piazza Saffi, mettendo in mostra gastronomia, dolciumi (spicca la celeberrima piadina della Madonna del Fuoco), abbigliamento, prodotti per la casa e altre proposte commerciali. In Duomo sono previste celebrazioni eucaristiche a tutte le ore, dalla messa delle 6 per i più mattinieri all’ultima funzione delle 19.15, presieduta dal vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi. In particolare, si segnala la concelebrazione pontificale delle 11, trasmessa in diretta su Teleromagna e officiata dal vescovo di Forlì-Bertinoro, Livio Corazza, con la partecipazione del sindaco Gian Luca Zattini. Nell’occasione giungerà anche una delegazione dei salinari di Cervia, capitanata dal presidente del Consiglio comunale, Gianni Grandu, e con esponenti del Gruppo Culturale Civiltà Salinara, nel rispetto di una tradizione sorta nel XVII secolo e che ha ripreso vigore da alcuni anni, grazie anche allo studioso forlivese Gabriele Zelli. Degne di rilievo anche le celebrazioni delle 8.30, presieduta dal vescovo emerito di Rimini, Francesco Lambiasi e delle 9.45, officiata dal vescovo emerito di Forlì, Lino Pizzi. Il culto della Madonna del Fuoco nasce dal rovinoso incendio scoppiato nella notte fra il 4 e il 5 febbraio 1428 (probabilmente era un mercoledì) nell’abitazione-scuola di Lombardino Brusi da Rio Petroso, posta nel sito di via Cobelli oggi occupato dalla Chiesina del Miracolo. Di questa misteriosa figura si sa solo quanto tramandato dai cronisti del tempo: sceso a Forlì da Rio Petroso, località montana tra Bagno di Romagna e Santa Sofia oggi disabitata, aveva insegnato ai suoi alunni a leggere e scrivere, ma anche a pregare davanti all’immagine della Madonna custodita nella scuola. Era una fragilissima xilografia su carta risalente al XIV secolo, raffigurante la Vergine col Bambino circondata dai santi. Secondo quanto tramandato dal pittore cronista Giovanni di Mastro Pedrino, uno dei testimoni oculari del miracolo, in quei giorni a Forlì faceva un freddo incredibile: agli studenti non parve vero di rimanere rannicchiati sino a tardi davanti al camino ardente, salvo poi dimenticarsi di spegnere le braci. Nel cuore della notte divampò l’incendio, che ridusse in cenere l’intera abitazione. Scrive Merlini, alla base della lunetta in stile tardo gotico raffigurante il miracolo, da lui stesso dipinta: “E fò nel 1428 a dì 4 febraro. Qui se demostra como per vertù de Nostra Donna broxando questa casa non ghe remase altro che la sua figura in una carta imbrocada in un’asse e la quale è in questa cappella e fa molti mirachuli”. L’attuale cappella alla Madonna del Fuoco posta in Duomo, fu inaugurata ufficialmente il 4 febbraio 1636.

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