Forlì, traffico internazionale di droga: condannato a 8 anni

La droga viaggiava a centinaia di chili per tutta Europa su camion. Dalla Romagna e da Forlì fino a Francia, Spagna e Belgio. Con autisti compiacenti che in mezzo ai carichi più pesanti, quelli di patate e soprattutto di legname, nascondevano stupefacente da immettere sul mercato italiano.
Si è chiuso ieri con una condanna a 8 anni il primo grado di giudizio di questa vicenda che aveva visto, dopo indagini della Dda, pene per decine di anni di reclusione comminate con riti alternativi svolti nel recente passato.
L’ultimo imputato della ventina di coinvolti nella vicenda, davanti al tribunale collegiale presieduto da Monica Galassi (giudici a latere Marco De Leva e Andrea Priore), era Edmond Brixu, 57enne forlivese di origini albanesi, co-gestore e manutentore dei camion di una azienda a conduzione familiare, specializzata in autotrasporti. Una delle aziende finite nell’occhio del ciclone di un’inchiesta anti droga portata avanti dalla Dda di Bologna.
Nell’ultima udienza di ieri dopo che in passato una parente stretta dell’uomo (unica indagata prosciolta fin dalle fasi preliminari) aveva descritto come il 57enne non potesse in alcun modo sapere cosa viaggiasse di illecito su quei camion della famiglia (“scaricando” così di fatto le responsabilità su tutti i camionisti già coinvolti dalle varie Procure e condannati in altre sedi), il pubblico ministero in udienza (l’accusa era sostenuta dal pm Susanna Leonarduzzi) aveva chiesto alla Corte la condanna di Brixu, in qualità di organizzatore dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. Una richiesta di pena dunque di 14 anni di reclusione alla quale era allegata la richiesta di confiscare le società di trasporti per le quali (l’indagine ed il processo erano nel tempo state seguite sempre dal pm Laura Brunelli) la Procura ritiene che l’imputato fosse non un mero dipendente ma parte operativa dei traffici illeciti.
Di diverso avviso nelle circa 4 ore di requisitoria erano però gli avvocati difensori dell’imputato (Tiziana Casali del foro di Rimini e Gianfranco di Florio del foro di Bologna) che hanno con forza sottolineato a più livelli come l’uomo si occupasse oltreché delle riparazioni, del controllo logistico degli spostamenti dei camion, ma senza essere in alcun modo consapevole di cosa di illecito ci viaggiasse dentro, ribattendo punto su punto alle intercettazioni telefoniche che lo avevano portato al coinvolgimento nell’indagine e per il quale è ancora richiuso preventivamente nel carcere di Ancona da cui seguiva il processo in video conferenza.
Dopo quasi 4 ore di camera di consiglio la sentenza: che per il 57enne forlivese è stata di condanna. Non come “organizzatore” della associazione a delinquere ma in qualità di partecipante. Otto anni di reclusione e 30mila euro di multa. Con la restituzione però di quanto era stato confiscato (sotto forma di mezzi e proprietà aziendali) nel corso dell’indagine a carico dell’azienda di trasporti di famiglia.