Forlì, tavolo in Comune per coordinare aiuti all'Ucraina

Forlì

I primi ucraini in fuga dalla guerra sono arrivati in città e, come afferma l’assessora alle politiche sociali, Rosaria Tassinari, «dalle segnalazioni che solo i nostri sportelli hanno ricevuto e che, quindi, non sono esaustive rispetto a una problematica di dimensioni non ancora quantificabili, sono almeno una trentina le persone che nei prossimi giorni dovrebbero arrivare a Forlì: soprattutto bambini e minori accompagnati da un genitore, per lo più la madre».

I primi arrivi

È solo la punta dell’iceberg, i primi avamposti di un prevedibile esodo che chiama Forlì e le sue istituzioni e associazioni ad allestire un importante sistema d’accoglienza per rispondere a un’emergenza che perdurerà a lungo. Martedì sono giunti nel capoluogo fratello e sorella di una ragazza ucraina che vive a Forlì con il marito, italiano. «Sono giunti con tre figli piccoli, in fuga con la propria auto da Kharkiv sotto bombardamenti – spiega l’assessora –. Sono scappati con le poche cose che sono riusciti a caricare e, a casa propria, hanno perso tutto ciò che avevano. Ora sono ospitati dalla sorella e sono molto provati». Come lo saranno tutti coloro che cercano di allontanarsi dalla guerra e lo fanno in ordine sparso, autonomamente, con rischi elevatissimi. Per questo non è ancora calcolabile l’impatto effettivo sul nostro territorio. Ancora veri e propri corridoi umanitari ai confini non sono stati attivati e anche la Prefettura aspetta indicazioni dal Governo per capire come muoversi.

Tavolo di confronto

Nell’attesa, l’Amministrazione ha deciso di convocare, ieri mattina, la prima riunione di quella che sarà una cabina di regia permanente chiamata a gestire due facce altrettanto complesse, dello stesso problema: gli aiuti alla popolazione in Ucraina e l’accoglienza in Italia dei profughi. Vi fanno parte, oltre a sindaco, assessora e tecnici municipali, l’esarcato ucraino, Protezione civile, Croce Rossa, Caritas, Comitato per la lotta contro la fame nel mondo e Associazione Papa Giovanni XXIII. Per essere efficaci, bisogna coordinarsi, fare rete e andare oltre le pur lodevoli iniziative autonome. Servono, come dichiara il presidente della Caritas, Filippo Monari, «corresponsabilità, calma e organizzazione, perché la buona volontà dei singoli non è sufficiente per gestire un’emergenza di cui non possiamo ancora conoscere le proporzioni». Ragion per cui, il gruppo di lavoro, ieri, ha semplicemente iniziato un percorso, dandosi priorità precise, come quella di attivare un numero di conto corrente (che si aggiungerà a quelli di Caritas e Croce Rossa) su cui poter versare le donazioni.

Priorità alle donazioni

«Preferiamo favorire la donazione di fondi più che l’invio di generi alimentari, vestiti o farmaci che è difficilissimo fare arrivare in Ucraina attraverso canali sicuri – spiega Davide Gudenzi, presidente del comitato di Forlì della Cri – Tanta gente ci porta viveri o altro materiale, ma aspettiamo indicazioni precise prima di fare partire dei camion che rischiano solo di intasare la macchina dei soccorsi. Per ora teniamo tutto nei nostri depositi, serviranno comunque, anche all’accoglienza a Forlì degli sfollati». Detto con grande trasparenza: «Meglio donare 10 euro a un contro corrente sicuro che acquistare merce per 20. Da noi sono arrivate persone disposte a partire per l’Ucraina consegnando prodotti comunque necessari, siamo subissati di telefonate e una donna mi ha cercato dicendosi pronta ad accogliere bambini in fuga al confine della Romania. Riempie il cuore, ma meglio di no, la prima tutela è quella della sicurezza personale, meglio stare qua e aiutare a Forlì perché ce ne sarà bisogno per lungo tempo».

Accoglienza

Ci sarà bisogno anche di accogliere. Per questo, oggi, verrà attivato un numero di telefono dedicato per indirizzare chi ha bisogno di aiuto e organizzare chi è disposto ad ospitare profughi. «Abbiamo 5 famiglie, per ora, disponibili – spiega l’assessora - ma creeremo un database con le disponibilità di accoglienza già avanzate e che verranno perché gli aspetti da considerare sono tanti, anche sanitari, e la cabina di regia si occuperà di dare orientamenti precisi e definire compiti e responsabilità».

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