Il giudice Marco De Leva chiude il procedimento a carico di una madre forlivese di origine sudamericana, con una sentenza di condanna a due anni e sei mesi. La decisione arriva al termine del processo che ha visto la donna, difesa dall’avvocato Fabrizio Ragni, accusata di sottrazione di minore. Il caso, particolarmente delicato in quanto si innesta in una complessa vicenda di separazione e affido, ha visto contrapporsi i due ex per la gestione del figlio.
Secondo l’accusa, la madre avrebbe portato con sé il bambino della coppia in Spagna e, trattandosi appunto di un ragazzino sotto i 14 anni, il rischio è che possa non essersi reso conto, nella dinamica degli accadimenti, di essere stato sottratto al padre che, invece, aveva chiesto di regolamentare le visite. In sostanza l’adolescente, oggi 12enne, non vedrebbe il padre, anche lui di origine sudamericana ma ancora residente a Forlì, dal 2018.
Il piccolo è nato nel 2012 e dopo qualche anno i rapporti tra l’uomo e la donna sono andati disgregandosi. La madre aveva deciso di tornare in patria e di stare insieme al piccolo a casa della nonna. Un periodo di un anno al termine del quale sarebbero dovuti rientrare in Italia. In realtà dopo 7 mesi la donna si trasferisce dal Sudamerica in Spagna, con l’accordo che il bambino studiasse in Italia. In realtà, secondo l’ex compagno che già in passato aveva testimoniato in aula, è accaduto tutto il contrario. E dal 2018 mamma e bambino non sono più rientrati in Italia. In aula è stata drammaticamente evidenziata la sofferenza del padre, al quale è stato negato ogni rapporto con il figlio.
Gli accordi presi all’interno della coppia per le visite sono completamente saltati dal momento del trasferimento in Spagna, trasformando tutto in un’assenza prolungata. Insomma, l’uomo non chiedeva altro che poter rivedere il bambino con una certa cadenza dettata da regole precise.
La difesa, dal canto suo, ha sempre sostenuto che non esistevano ragioni tali per cui si parlasse di allontanamento e quindi di sottrazione di minore. Tanto è vero che l’avvocato Ragni si è avvalso della sentenza del Tribunale di Arona, per cui la patria potestà era affidata solamente alla madre del bambino. La donna, lunedì, si è presentata in Tribunale a Forlì per l’udienza definitiva. Dopo una lunga riunione in camera di consiglio, il giudice De Leva ha emesso la sentenza: condannata a due anni e sei mesi per sottrazione di minore. Una decisione che ha sorpreso anche il legale della signora.
«Mi riservo di leggere le motivazioni che hanno portato alla sentenza di condanna - conclude l’avvocato Fabrizio Ragni-. Faremo probabilmente ricorso in appello».