Domenica 28 dicembre a Forlì, in occasione della festa liturgica della Sacra Famiglia, chiude il Giubileo diocesano “Pellegrini di Speranza”. L’evento conclusivo sarà, alle 15.30, la messa solenne in Cattedrale presieduta dal vescovo Livio Corazza. La celebrazione eucaristica, alla quale sono invitati tutti i fedeli, sarà un momento di ringraziamento per i frutti spirituali del Giubileo, vissuto come pellegrinaggio di speranza in tante forme: personali, familiari, parrocchiali, vicariali e nei numerosi Giubilei particolari. Al termine della messa, il canto corale del “Te Deum” esprimerà la lode della Chiesa per quanto ricevuto.
Il Giubileo della Speranza, il 122° nella storia della Chiesa di Roma, è stato avviato la vigilia di Natale 2024 da papa Francesco con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro a Roma. A Forlì è invece iniziato alle 15.30 di domenica 29 dicembre 2024 all’interno della basilica di San Mercuriale, per poi dipanarsi in un lungo corteo orante di almeno un migliaio di persone provenienti da ogni parte della Diocesi, guidato dal Crocifisso. Nello specifico si trattava del Cristo Trionfante, manufatto secolare recentemente restaurato e collocato per l’anno giubilare all’altare maggiore del Duomo. Non essendo stato possibile portarlo in processione, a causa delle dimensioni, era stato sostituito da un’immagine dello stesso, collocata alla sommità di una croce astile.
«Si conclude il Giubileo – afferma il vescovo Livio – ma non viene meno il compito di essere, tutti e sempre, “pellegrini di speranza”. La croce giubilare è la croce della Cattedrale, presente in tutti i vicariati, ma è anche il segno della vittoria di Cristo trionfante sulla morte e sul peccato».
Quanti parteciperanno alla celebrazione odierna potranno ricevere l’indulgenza plenaria alle condizioni stabilite. La conclusione mondiale del Giubileo 2025 coinciderà con la chiusura dell’ultima porta Santa, quella della Basilica di San Pietro a Roma, in programma il 6 gennaio, alle 9.30, con rito e Messa presieduti direttamente da papa Leone XIV.