Forlì, sciopero alla Giuliani: i volontari delle Cucine Popolari portano il pranzo ai lavoratori

Sciopero alla Giuliani Arredamenti: domani, giovedì 24 aprile, i volontari delle Cucine Popolari di Cesena porteranno il pranzo ai lavoratori in mobilitazione. Sempre domani alle ore 10, Cgil, Cisl e Uil insieme alle categorie interessate parteciperanno al tavolo in Prefettura, dove sono state convocate anche Cna, l’azienda Giuliani Arredamenti, dove parteciperà Giovanni Paglia, assessore regionale con delega alle politiche del lavoro, e le rappresentanze della Provincia di Forlì Cesena e del Comune di Forlì.
“Le richieste delle sigle sindacali coinvolte sono chiare - si legge nella nota dei sindacati - vogliamo dignità e tutele per i dipendenti che lavorano in via Gramadora 8, chiediamo la stabilizzazione dei precari, che da anni, alcuni da più di un decennio, lavorano come somministrati. Infatti nello stabilimento ci sono 11 lavoratori diretti e gli altri, fino a 150 addetti, sono assunti tramite agenzia di somministrazione. Chiediamo l’applicazione del Giusto Contratto Nazionale commisurato alla produzione dello stabilimento di natura industriale e al numero di dipendenti impiegati; chiediamo salute e sicurezza adeguati per tutti i lavoratori. Oggi si sono recati al presidio, per incontrare i lavoratori, Andrea Borghesi Segretario Generale Nazionale NIdiL CGIL, Eleonora Ciullo Segretaria Generale Uiltemp Emilia Romagna e Fabio Guerrini Segretario Felsa Cisl Emilia Romagna”.
“Un sincero ringraziamento - ribadiscono i sindacati - a tutte le persone che stanno dimostrando interesse per la lotta dei lavoratori della Giuliani Arredamenti e grazie alle Cucine Popolari di Cesena che domani arriveranno a Forlì per portare solidarietà e il pranzo ai lavoratori in sciopero, mentre saremo in attesa di conoscere l’esito dell’incontro in Prefettura. Invitiamo tutta la cittadinanza a portare solidarietà ai lavoratori di Giuliani Arredamenti, produttrice di Poltronesofà: questa è una vertenza simbolo che fa emergere la condizione di precarietà di una parte del settore del mobile imbottito”.