Forlì, ritiri e disagi in aumento, il Comune potenzia i servizi

Forlì
  • 16 ottobre 2025

FORLI’ Sempre più giovani e adolescenti problematici anche a Forlì. Tra chi manifesta all’esterno il suo disagio, con risse, vandalismo e sfide temerarie, e chi lo fa sul proprio corpo, con autolesionismo, disturbi alimentari e isolamento sociale. Ma ci sono anche sempre più bambini e giovani con disabilità. Un quadro cui il Comune di Forlì fa fronte potenziando i servizi scolastici ed extrascolastici, in stretto collegamento con gli enti del terzo settore, le scuole e le famiglie. Il punto viene fatto questo pomeriggio in commissione nel primo di una serie di appuntamenti che sarà dedicata alla questione educativa. E come spiega l’assessore alle Politiche educative Paola Casara, l’obiettivo è coinvolgere sempre più le imprese impegnate nel welfare aziendale. I bisogni, aggiunge, sono in continua evoluzione e serve tempo per testare la bontà delle politiche messe in atto. Tenere insieme come nel suo assessorato le deleghe a Scuola, Giovani, Università, Servizio civile e imprese dà l’idea del fil rouge con cui l’amministrazione vuole accompagnare i cittadini da zero a 35 anni, guardando sia alla crescita che agli sbocchi lavorativi. Sul fronte dell’extrascolastico, entrano nel dettaglio dei servizi le coordinatrici pedagogiche Maria Teresa Amante e Silvia Evangelista, l’offerta è stata implementata grazie al coinvolgimento nella coprogettazione e coprogrammazione di 12 enti del terzo settore, e un investimento di 2,5 milioni di euro: così dal 2024 sono attivi quattro centri educativi pomeridiani con 300 iscritti dai sei ai 14 anni e 13 laboratori con 600 iscritti dai sei ai 18 anni. Tra questi 900 ragazzi ci sono anche 92 disabili, in aumento rispetto ai 75 e 69 dei due anni precedenti.

I servizi coprono tutta la città, anche le zone più periferiche, e coinvolgono tutti gli istituti comprensivi e due scuole superiori, ambito in cui “c’è da sfondare ancora”. Nei centri estivi tra voucher di conciliazione e convenzioni sono stati accolti 144 bambini e ragazzi con disabilita dai tre ai 17 anni. Dunque un’ottica inclusiva a monte e una visione multidisciplinare. Ed è stato avviato anche un percorso di coprogettazione sugli spazi giovanili, per ragazzi dai 15 ai 25 anni, che si concluderà entro l’anno, attraverso la lettura dei bisogni di ragazze, famiglie e operatori, di cui c’è “forte carenza”. Nello specifico dell’adolescenza, da 19 anni esiste un gruppo di operatori che li incontra ogni settimana su varie tematiche. Sono così sorti dei gruppi di lavori su tematiche specifiche, quali gli spazi di ascolto scolastico, con un équipe che dal 2022 affronta il fenomeno del ritiro scolastico e sociale che coinvolge sempre più ragazzi; l’educativa di strada e di comunità con le associazioni presenti in parchi pubblici, parcheggi dei supermercati, dal centro storico fino alla zona del centro commerciale “I Portici”, per favorire la lettura dei bisogni di chi frequenta in modo informale queste aree, costruire modalità di aggancio e relazione, fornire risposte adeguate e orientare se necessario verso contesti organizzati o servizi specialistici, come il Sert.

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