Il Babbo Natale dei bimbi ammalati riparte col suo carico di doni, sorrisi e tanta speranza. Da ormai trent’anni, l’idraulico forlivese Davide Marchetti, a ridosso della data in cui la tradizione cristiana colloca la nascita di Gesù, tocca decine di luoghi in tutt’Italia intrisi della sofferenza peggiore, quella dei bambini. E’ un impegno che il volontario gestisce, aiutato dagli amici del Gruppo di Preghiera Padre Pio di Santa Maria del Fiore, da lui fondato nel 1995. Nella sua casella di posta elettronica e pure in whatsapp, fioccano messaggi da ogni dove, persino dall’estero: “Va bene la tecnologia - dichiara - ma i doni richiesti preferisco portarli di persona, per non perdere il barlume di gioia che spero di cogliere negli occhi di quei piccoli”. Se dal 20 al 22 dicembre sarà in Puglia, la mattina del 23 è atteso dai giovani disabili accolti a Castel del Piano, in provincia di Perugia. A San Giovanni Rotondo, la cittadina del Gargano che fu teatro della parabola terrena del frate con le stimmate, Davide toccherà il centro socio-riabilitativo di via Lauriola e, a seguire, l’onlus Il Cireneo: si tratta dell’associazione fondata dai genitori di Matteo Colella, il giovane miracolosamente guarito nel 2003 dalla meningite fulminante per intercessione di Padre Pio. Anche quest’anno, il singolare Babbo Natale dilaterà il suo impegno, recandosi presso alcune case di riposo ricolme di anziani, desiderosi di un semplice augurio. Poi raggiungerà altri nosocomi, centri parrocchiali, case d’accoglienza e numerose abitazioni private da Roma, Firenze e Padova, a Forlì, Bologna e Lugo sino a Ferrara. Alla fine macinerà centinaia di chilometri con una “mission” ben precisa: dare la certezza che, anche nell’era dei “social” e dell’intelligenza artificiale, c’è ancora qualcuno pronto ad ascoltare il tuo cuore senza chiedere nulla in cambio. E’ un gesto che Marchetti vuole mantenere, nonostante le difficoltà emotive, perché spesso si tratta dell’ultimo desiderio di creature già al termine dell’ancor breve esistenza. “Alcuni li rivedi l’anno dopo, ancora in lotta per sopravvivere, altri non li trovi più perché guariti e ritornati a casa. Ma sono tanti anche quelli volati in cielo e ora angeli al cospetto del Signore”. L’apice emotivo della spedizione umanitaria del volontario forlivese, sarà la visita ai bimbi ricoverati in oncologia pediatrica della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Una delle lettere più toccanti gli è stata recapitata proprio in questi giorni: “Sono la madre di tre figli, tutti molto piccoli. Il primogenito, la gioia della mia vita, ha la leucemia. Mi sono accorto che non stava bene dal pallore esagerato in viso. Davide, mio figlio ama Babbo Natale, non vediamo l’ora che tu venga a trovarci in ospedale. Nella lettera ho disegnato una farfalla, perché mi rappresenta. Anche se provo un grande dolore nel vederlo così sofferente, con mio figlio devo essere felice e armoniosa, essendo il suo pilastro: se cado io cade anche lui. Insieme ne abbiamo già passate tante, vinceremo anche questa battaglia”.
Forlì, riparte l’idraulico Babbo Natale per i bimbi ricoverati