Forlì, quanto piacciono le “Pietre Resistenti”

Nate per gioco, per il desiderio di una mamma di spiegare alla figlia piccola i valori e il signoficato di chi ha lottato per liberare l’Italia dal nazifascismo, le “Pietre Resistenti” sono diventate un fenomeno capace di oltrepassare i confini della Romagna. Da Fiumana dove sono comparse a Forlì, davanti al tribunale e in piazza Saffi, a Meldola, Cusercoli, Forlimpopoli, Castrocaro, Ravenna, Rimini, Faenza Dozza, e poi Verona, Gubbio, Copparo, Marzabotto, fino all’estero da Malta a Barcellona, dall’Irlanda fino al Cile, sulla tomba di Allende e in piazza della Moneda e all’Argentina. Piccole opere d’arte con grandi messaggi da condividere. Posizionate in strade o luoghi simbolo, attese, a volte prelevare per essere conservate e poi riapparire come staffette che conservano i valori della Resistenza. Negli ultimi giorni sono scomparse quelle che da due anni accoglievano i clienti della Gelateria Alex in viale dell’Appennino, e quelle sistemate al Monumento ai Caduti a San Martino in Strada. «Alex le ha tenute per due anni attaccate all’albero davanti al locale – spiega Elisa Fucci, ideatrice delle Pietre – due “Pietre Resistenti” che erano diventati punti di riferimento. Lui le aveva attaccate proprio per evitare che gliele portassero via. Nei giorni scorsi quando sono sparite tutti a San Martino se ne sono accorti. Noi seminiamo staffette della memoria, poi a chi le trova il compito di farle girare, custodirle e poi ritirarle fuori. Quest’anno tra tutte quelle che avevamo seminato in giro, quelle a San Martino sono sparite. Nel quartiere l’hanno presa come una caccia al tesoro vera e propria. ma anche in altri quartiere è successa la stessa cosa. Se da un lato ci dà speranza perché pensiamo che torneranno fuori nei giardini, dall’altra speriamo sempre che non ci sia qualcuno che vuole fare un dispetto, lascia l’amaro in bocca perché alla gelateria sono propria andati a smontarla. In passato c’è stato qualcuno che spaccava i coppi con i messaggi».
Tutto ha avuto da Elisa Fucci, oggi presidente dell’Aps “Pietre Resistenti” che vanta un centinaio di soci. «L’idea è nata un anno dopo la pandemia – spiega – da una mia esigenza di insegnare e parlare ai miei figli della Resistenza. Non come una lezione di storia, ma come forma di gioco. E abbiamo iniziato a scrivere il testo della canzone “Bella ciao” sulle pietre di un muretto di casa che abbiamo colorato. Ne abbiamo fatte tante e a mia figlia è venuta l’idea di farle vedere, metterle fuori lungo la strada. L’anno dopo una delle nostre pietre è stata trovata dai Modena City Ramblers sulla tomba di Allende e loro ci hanno ci hanno regalato la loro presenza alla festa del 25 aprile. Da quel momento siamo diventati tanti, ci siamo costituiti come Aps. Abbiamo un laboratorio permanente, lavoriamo con le scuole e abbiamo inserito ragazzi che hanno fatto uno spettacolo teatrale, “18 con lode”. Le pietre sono diventate uno strumento semplice per riuscire a dire che la Resistenza c’è. Adesso abbiamo fatto laboratori al Campus, con alcune scuole, in giro per l’Italia, dove hanno partecipato tanti giovani. Il tutto solo con il passaparola».