Forlì, proposta di Metropolis: il carcere alla Rocca diventi Casa delle associazioni

Far nascere una Casa delle associazioni culturali, artistiche, civiche ed anche sociali nell’attuale sede della Casa circondariale alla Rocca. E’ la proposta lanciata da Marco Colonna e Umberto Pasqui, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione culturale Metropolis. «Nel nostro territorio manca una vera e propria Casa delle associazioni, un luogo stabile in cui realtà culturali, artistiche, civiche ed anche sociali possano elaborare progetti, incontrarsi ed anche lavorare insieme ogni giorno dell’anno, promuovendo iniziative aperte al pubblico, continuativamente – spiegano –. In passato, abbiamo proposto lo spazio dell’ex Eridania come possibile sede, e in attesa che si sblocchi la situazione del rilancio dell’area, crediamo si possano valutare, già oggi, altre opportunità. Per esempio, immaginare il futuro riutilizzo della casa circondariale di Forlì, attigua alla Rocca di Ravaldino, come spazio aperto alla cittadinanza, al turismo e alla produzione culturale e sperimentale da parte delle associazioni».
Entro il 2028 dovrebbe nascere nella zona del Quattro il nuovo carcere di Forlì e l’associazione Metropolis crede sia opportuno ragionare in tempo utile sul futuro riutilizzo dell’attuale casa circondariale, un complesso risalente alla fine dell’800 con 4 edifici posizionati parallelamente ed attraversati da un unico corridoio che li collega da parte a parte. «Dovremmo poter ragionare sulle spese di riqualificazione della struttura, immaginando un collegamento funzionale con la Cittadella della Rocca di Ravaldino e il rinfoltimento dell’area verde circostante – aggiungono Colonna e Pasqui –. Indirizzarne il recupero verso uno scopo ben preciso: culturale sì, ed anche turistico e persino museale, o in parte anche didattico. Sarebbe suggestivo anche lasciare un padiglione inalterato (c’è una sezione con le celle piccole e anguste e schermature alle finestre) come richiamo alle carceri ottocentesche. In generale, molti dei beni pubblici disponibili sono sottoposti a vincoli; per questo motivo, la loro eventuale cessione ad usi diversi da quelli pubblici rischia di precludere definitivamente opportunità di utilizzo collettivo. È fondamentale che tali spazi restino a disposizione della comunità, per favorire la partecipazione e la vita culturale della città».
Una proposta che non stonerebbe neanche con la candidatura a capitale italiana della cultura 2028 cui ambisce Forlì. «Per una città che vuol fare della cultura un vessillo per il proprio futuro, chiediamo, dunque, all’Amministrazione e a tutti gli enti coinvolti per competenza giuridica e territoriale di aprire un confronto serio e trasparente con associazioni e cittadinanza su come valorizzare al meglio, quando sarà pienamente fruibile, la Casa circondariale, garantendo che resti patrimonio comune, salvaguardando l’identità e le potenzialità di un luogo strategico, inclusa la Rocca, viste le ricadute positive che potrebbe offrire all’intero centro storico di Forlì» concludono il presidente e vicepresidente dell’associazione culturale Metropolis, Marco Colonna e Umberto Pasqui.