Forlì, progetto per cambiare la mobilità vicino alle scuole

Forlì
  • 22 settembre 2025

L’educazione stradale che si fa nelle scuole va bene, ma non basta per rendere più efficace la mobilità nei pressi delle scuole e avvicinarla al livello di altri paesi europei. E’ la convinzione di Antonio Morgagni, ex docente in pensione del liceo Classico “Morgagni” dove per tanti anni si è occupato di questo tema. In occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile Morgagni presenta un progetto rivolto alle Primarie per cambiare viabilità e mobilità nella zona delle scuole, per renderle più fluide, meno congestionate, nel rispetto delle regole stradali e a costo zero. «Il progetto che ho preparato per le scuole Primarie si chiama “Educazione e civiltà stradale. Bambini attivi nel traffico” – spiega Morgagni –. All’esterno delle scuole ogni anno vediamo stress e caos perchè i genitori accompagnano i figli possibilmente davanti al cancello della scuola. C’è una forma di collasso della città, se non si interviene con progetti organici di mobilità sostenibile, che devono coincidere con sicurezza stradale e stile di vita urbana. Significa che il traffico deve essere composto da diversi partecipanti, in forma equilibrata. Per evitare la cosiddetta “dittatura del più forte”, cioè l’automobilista».

A livello istituzionale ci sarebbe una figura incaricata di occuparsi di questi temi, il mobility manager scolastico, ma, oltre alla volontà degli insegnanti, pare relegato sulla carta «Io sostituisco con questo progetto la figura del mobility manager – spiega Morgagni –, che si colloca tra l’associazioni dei genitori, che sarebbero accessibili tramite i dirigenti scolastici, l’amministrazione comunale e l’ufficio scolastico provinciale. In molti degli istituti c’è questa figura, ma la maggior parte non ha una formazione specifica».

Un progetto che supera il concetto di educazione stradale a scuola, dove si insegna agli studenti il corretto comportamento nel traffico. «Queste lezioni hanno il difetto di non prendere in considerazione il fatto che le strutture della viabilità hanno un’influenza sui comportamenti: se si realizza una strada ampia l’automobilista si sente di andare più veloce, se la strada è stretta il conducente è indotto ad andare più piano. A Forlì è stato fatto tanto con le corsie ciclabili senza cordolo, spesso criticate, ma è un problema culturale che impedisce di allinearsi a quella europea, che abitua alla convivenza degli spazi e non alla protezione del più debole. Bisogna partire dalle zone intorno alle scuole, le cosiddette “strade scolastiche”, modifiche che si possono realizzare a costi quasi zero, con correzione sulla viabilità in cui l’automobilista non sia dominante rispetto agli altri utenti. Uno dei provvedimenti sono i divieti di transito temporizzati in occasione di ingresso e uscita dalle scuole per facilitare il traffico pedonale e ciclistico. L’educazione del bambino non avviene solo in classe, ma anche in base a quanto si vede e si tocca fuori dalle aule». Morgagni ha creato simulazioni di “strade scolastiche” per ogni plesso con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. La proposta di progetto è stata inviata ad alcune scuole Primarie e si concretizzerebbe in più passi: l’ex docente incontrerebbe gli studenti di classe quinta, parlando di come comunicare sul traffico. Il secondo step è l’incontro con i genitori per mostrare quello che è stato generato con slide sulla modifica alla viabilità. «Se c’è accordo su queste modifiche – conclude Morgagni – l’assessore comunale sarebbe ospitato nelle scuole per ascoltare questo progetto». Un piano che riguarda un settore controverso: basti pensare che le infrazioni al Codice della strada più frequenti sono quelle commesse davanti alle scuole, ogni giorno e vengono tollerate da tutti, anche perchè per i vigili sarebbe impossibile sanzionare tutti.

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