Forlì. Primo consiglio comunale con caos sulla presidenza

La Lega a Forlì non solo perde i pezzi ancora prima di entrare in Consiglio comunale, ma vede anche sfumare la carica di presidenza dell’assise. Che rimane vacante. La seduta di insediamento di questo pomeriggio al Palasport nel quartiere simbolo dell’alluvione e davanti ad oltre un centinaio di persone, i Romiti, riserva dunque sorprese, che in realtà vanno a confermare i rumors degli ultimi giorni.
Ieri Massimiliano Pompignoli ha ufficializzato l’uscita del Carroccio per entrare nel Gruppo misto e le scosse di assestamento di questo terremoto si sentono oggi nel palazzetto. All’appello risulta assente il leghista Daniele Mezzacapo, il “figlioccio” politico del sindaco Gian Luca Zattini e presidente del Consiglio comunale in pectore. Comunque, almeno all’inizio fila tutto liscio e vengono proclamati primo cittadino e consiglieri. Zattini sente “l’emozione come se fosse la prima volta” e ringrazia tutti i forlivesi e l’”avversario e amico” Graziano Rinaldini, che verrà più in là nominato coordinatore dell’opposizione, e che durante la campagna elettorale “non ha debordato da rapporti istituzionali corretti”. Ora, da “sindaco di tutti” come da ruolo, si deve “ripartire per il bene della città- sottolinea- con chiarezza dei ruoli ma volontà di collaborare”. Mano tesa dunque sulle priorità, dal post alluvione e dalla sicurezza del territorio, “occorre accelerare sui ristori, le famiglie hanno bisogno di un’iniezione di fiducia”, al Pnrr; dalla famiglia all’Università e ai giovani, dall’ambiente alla conciliazione casa-lavoro. “Speriamo in cinque anni più semplici- conclude- per fare di Forlì un punto di riferimento in Romagna”.
Si passa così all’elezione del presidente dell’assise, che necessita nelle prime tre votazioni la maggioranza qualificata dei due terzi. Albert Bentivogli della Lega propone Marco Catalano di Fratelli d’Italia, mentre a sua volta Fabrizio Ragni di Fdi lancia Loris Ceredi di La Civica-Forlì cambia che incassa il sostegno di Forza Italia. Alessandro Gasperini del Partito democratico chiede di sospendere la seduta per consultarsi sui due nomi e alla ripresa i dem attaccano. Rinaldini ricostruisce gli ultimi giorni: prima la proposta del sindaco di Mezzacapo, “per noi irricevibile per i suoi modi arroganti e imparziali”, e questa mattina alle 10 quella di Ceredi, sostenuta da tutta la maggioranza. Ma “non è così e per noi è difficile comprendere”.
Da qui la terza candidatura, quella del dem Giovanni Bucci.
“Siamo partiti con il piede non giusto”, conferma il collega Michele Valli, mentre per Federico Morgagni “dopo una ridda di telefonate, il sindaco viene sconfessato dalla maggioranza ma nessuna delle due proposte ha i requisiti necessari”. Gasperini si chiede se la Lega faccia ancora parte della maggioranza e stigmatizza la partenza “con ricatto” dei lavori consiliari.
Anche Diana Scirri di Alleanza Verdi e Sinistra accusa la maggioranza di “atteggiamento intimidatorio, con la minaccia di non assegnarci la vicepresidenza”. Mentre Eros Brunelli del Movimento 5 Stelle taglia corto: “Non riuscite a mettervi d’accordo, altro che compatti”.
Ragni dà una lettura opposta: “Spiace per la partenza dell’opposizione, le candidature si formulano in Aula non nei corridoi. Abbiamo offerto la vicepresidenza alla minoranza per garantire tutti” e invece viene preso come “pretesto una piccola sbavatura”. Leonardo Gallozzi di La Civica-Forlì cambia trova “palese la volontà dell’opposizione di bloccare i lavori. Uno è il nome, l’altro viene da un singolo”. Non ci sta però il leghista Bentivogli: “Sono in maggioranza e rappresento i 4.600 elettori della Lega. Non c’è nulla di strano a dibattere su dei nominativi”. Meglio “concentrarci sui problemi veri”, fa notare Damiano Bartolini di Fdi. Si votano così Ceredi, 15 preferenze, Bucci, 11, e Catalano, uno. Ma non mancano neanche qui le sorprese: nella maggioranza si registrano quattro astensioni e un non voto, mentre lo stesso Bentivogli corregge il suo voto iniziale di astensione in quello per Catalano. Tutto rimandato dunque alla prossima seduta, con altre due votazioni a maggioranza qualificata e, se necessario, il ballottaggio finale.
“Non un bello spettacolo”, commenta la presidente temporanea Elisa Massa, consigliera più anziana: l’augurio è che “si arrivi a una volontà comune per una figura rappresentativa. Questa è una sconfitta per la città”.
Vengono quindi ufficializzati i capigruppo: Ragni per Fdi, Gallozzi per La Civica-Forlì cambia, Alberto Gentili per Fi, Bentivogli per la Lega, Popignoli per il Gruppo misto; Gasperini per il Pd, Elena Colangelo per Rinnoviamo Forlì, Brunelli per M5s, Scirri per Avs. Il coordinatore della minoranza Rinaldini promette “un’opposizione cosciente ma attenta”, che terrà alta la bandiera degli alluvionati. L’ultimo atto è la nomina della commissione comunale elettorale. Oltre al sindaco ne fanno parte come membri effettivi Massa, Vinicio Pala di Fi e Cristina Tassinari di Fdi; come supplenti Valli, la civica Lucia Crispino e Gabriella Fagnoli di Fdi.