Forlì, papà Rubens continua la lotta per il figlio Brando

Forlì

“Venticinque mesi senza di te, figlio mio Brando”. Continua imperterrita la battaglia di Rubens Gardelli, padre del piccolo Brando, sottratto nel luglio 2023 dalla madre fuggita in Guatemala. Il forlivese, titolare di un'azienda leader nella torrefazione del caffè, torna a farsi sentire sui “social” dopo il silenzio mediatico imposto dai suoi avvocati, impegnati nella vicenda legale intrapresa a tutti i livelli per riportare in Italia il bimbo rapito. “Continuo ad essere bloccato - è il grido di dolore lanciato su Fb e Instagram - dal poterti stringere, abbracciare, baciare, educare. Brando, il tuo papà non dorme da due anni, ma finché sono in vita ti giuro che non smetterò di lottare per ottenere giustizia per te, per me e per i tuoi nonni italiani”. Se a maggio Rubens era riuscito a rivedere Brando quattro volte in videochiamata - «è stata un’emozione fortissima» - a giugno è stato scagionato dalla giustizia italiana, che ha accertato la falsità delle accuse di violenza e diffamazione, diffuse pretestuosamente dall’ex moglie. Due grandi passi avanti prima del nuovo impasse, caratterizzato dalla cessazione delle videochiamate e dal 3 settembre scorso, persino dallo stop all’invio di video registrati e foto del bimbo: di fatto, ora il padre non ha più la benché minima possibilità di interazione col figlio. “Quello che lascia ancora più avviliti - dichiara Gardelli - è che la legge italiana, per il reato di sottrazione di minore commesso da Katherine, prevede una norma, l’art 574 bis del Codice penale, che, anche in caso di condanna, non consente di poterla bloccare alla frontiera, né di poter emettere un mandato di cattura”. A questo punto, come previsto dalla Convenzione dell’Aja, si deve adire l’Autorità Centrale dello Stato per poter richiedere il rientro del minore, che, almeno sulla carta, dovrebbe avvenire entro sei settimane. “Peccato che questa procedura duri ormai da anni senza esito”. Nel frattempo, persino il Parlamento italiano si è accorto della necessità di modificare il codice penale, sostituendo l’ipotesi di reato di sottrazione di minore con quella ben più grave di “sequestro di minori e trattenimento all’estero”, punibile con la reclusione dai tre agli otto anni. In attesa della riforma, magistrati della procura di Vicenza, di Modena, di Rimini, di Monza e recentemente anche il Tribunale di Napoli, hanno preso a cuore vicende simili a quella occorsa a Brando “e con una grande sensibilità ed apertura mentale - commenta l’imprenditore - hanno emesso mandati d’arresto internazionale a carico delle madri rapitrici”. Forte di questi “successi” giudiziali, Gardelli formula un auspicio: “Mi auguro che anche la magistratura di Forlì, da tempo molto attenta e sensibile al mio caso, continui con la lungimirante apertura mentale e prenda provvedimenti idonei, uniformandosi alle altre procure”. Fra poche settimane, l’imprenditore forlivese vivrà il terzo Natale senza il suo Brando: “Voglia Iddio che io possa tornare presto a riabbracciarlo. Sarebbe un atto di grande giustizia per me, ma anche e soprattutto per lui, privo del padre da ormai troppo tempo”.

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