Forlì. Operaio schiacciato alla “Sabbatani”. Il tecnico: «Si sarebbe potuto evitare»

Un infortunio che probabilmente si sarebbe potuto evitare se si fossero seguite le regolari norme di formazione dei dipendenti e alcune accortezze sulla sicurezza, operazioni poi eseguite dalla ditta a seguito dei rilievi del perito incaricato dall’Ausl Romagna. E’ quanto ha ribadito ieri Marino Casadio, tecnico di prevenzione dell’Unità operativa Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Ausl Romagna, sentito come testimone nel processo per un infortunio avvenuto il 20 marzo 2022 nello stabilimento di San Lorenzo in Noceto della ditta “Sabbatani”, mangimificio e centro di imballaggio, che vede imputati il legale rappresentante dell’azienda, Danilo Sabbatani, e quello che era il responsabile della sicurezza sul lavoro, Davide Rossi (tutti e due difesi dall’avvocato Giuseppe Mazzini). Protagonista suo malgrado dell’incidente un operaio (difeso dall’avvocato Giulia Versari) schiacciato dal “pallettizzatore” per impilare le uova, il cui braccio non doveva essere in movimento, ma era entrato in funzione mentre lui era in zona non di sicurezza. Nell’aula del giudice Federico Casalboni (dove l’accusa è sostenuta dal pm Emanuele Daddi) sono stati sentiti tre lavoratori presenti al momento dell’incidente che hanno ricostruito l’accaduto. Ascoltati anche coloro che sono intervenuti per sbloccare la macchina, senza accorgersi che l’operaio addetto all’attrezzatura si trovava in una zona di pericolo. L’uomo ora si trova a non poter più lavorare a causa di una percentuale d’invalidità tale che, dopo aver ricevuto dall’assicurazione aziendale 100mila euro di anticipo sui danni patiti, l’Inps gli deve erogare anche 500 euro al mese di diaria. Un trauma cranico con 16 punti alla testa ma anche una doppia frattura alla clavicola e lesioni “da scoppio” alle vertebre e a tutte le costole fu la terribile diagnosi per l’infortunato 50enne. In attesa di poter essere assunto come categoria protetta in contesti dove possa lavorare, il 50enne ferito chiede un risarcimento civile per le lesioni patite di 1,8 milioni.
Oltre ai colleghi dell’infortunato è stata la volta del tecnico dell’Ausl che ha rimarcato, essendo intervenuto dopo l’incidente, di aver riscontrato alcune violazioni alle norme di sicurezza e mancanza nella formazione dei lavoratori, tanto che poi i rilievi trovarono conferma in operazioni messe in essere dalla ditta per rendere maggiormente sicuro l’utilizzo del macchinario. Prossima udienza fissata per il 16 settembre.