Forlì, omaggio a Falcone, Borsellino e le loro scorte FOTOGALLERY




























La pioggia di ieri non ha ostacolato la commemorazione di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le vittime delle stragi di mafia del 1992. Nell’atrio del Palazzo di giustizia, sulla scala d’accesso alla Corte d’Assise, si sono riunite le massime cariche civili e religiose assieme ad una scolaresca, in occasione dell’anniversario dell’attentato di Capaci.
«I ragazzi sono la nostra speranza, sono loro il nostro futuro, sono loro i destinatari naturali dei messaggi che possono uscire da manifestazioni come queste – ha detto Luca Porfiri, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Forlì-Cesena – ed è particolarmente significativo che una cerimonia come questa si svolga qui nel Palazzo della Giustizia. Quel palazzo dove si celebra quella funzione fondamentale per ogni società civile e credo che se c’è una giustizia da difendere, se c’è una libertà lo dobbiamo anche e soprattutto agli uomini e alle donne che hanno fatto il loro dovere fino in fondo, fino all’estremo sacrificio: magistrati, avvocati, appartenenti alle forze dell’ordine che hanno dato la loro vita per il nostro Paese».
Il sindaco, Gian Luca Zattini ha invece fatto sue le parole pronunciate, mercoledì sera in municipio, da Lucia Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia: «La mafia non la sconfiggerà nessun altro che un esercito di insegnanti – ha detto Zattini –. L’educazione, la consapevolezza, la conoscenza sono le grandi anticamere della rinascita. Lucia Borsellino ha dato un bellissimo segnale: ci siamo riscoperti ad ascoltare chi la tragedia l’ha vissuta sulla carne, da ragazzina. Nelle sue parole si è percepita quella volontà di non arrendersi mai, quella volontà che ha avuto in eredità dal padre. Forlì vuole mettere al centro della sua attività il concetto che la legalità è di tutti, è uno stile di vita e lo vogliamo percorrere fino in fondo».
Il prefetto Rinaldo Argentieri ha ricordato anche gli uomini della scorta morti assieme ai magistrati.
«Erano otto operatori e operatrici di polizia – ha detto –. Persone normali e straordinarie che sono simboli, sono eroi della nostra Repubblica perché ne hanno difeso i valori, hanno difeso le istituzioni democratiche, hanno difeso i principi fondamentali di libertà, i diritti inviolabili della giustizia contro i controvalori dell’antistato. Simboli autentici della Repubblica. Quindi è veramente doveroso fare memoria, ricordarli in questo giorno e ricordarli dentro di noi tutti i giorni».
Al termine della cerimonia, si è svolto un breve omaggio al memoriale presente di fronte al Palazzo di Giustizia, in piazza XX settembre.
I magistrati hanno deposto alcune rose rosse in omaggio ai nomi scolpiti in quel marmo così come nella memoria collettiva.