Forlì. Nuovi nati, in ospedale si torna a superare quota mille

Forlì

L’ospedale “Morgagni Pierantoni” torna a superare quota di mille nati in un anno, soglia che dal 2018 non era raggiunta. Il numero ufficiale arriverà solo tra 48 ore, quando si chiuderà il 2023, ma l’obiettivo già raggiunto testimonia il successo dell’Unità operativa di Ostetricia e ginecologia, guidata da Luca Savelli. «Mille parti sono un numero importante. Un dato in contro tendenza con quelli regionali e nazionali. Questo non vuol dire che le forlivesi fanno più figli, ma è dovuto al fatto che l’ospedale di Forlì è più attrattivo di una volta rispetto a chi è in gravidanza e vuol fare un parto fisiologico. Abbiamo ridotto, se non annullato, la fuga di forlivesi verso altri presidi ospedalieri. Considerando il cambio del personale, questa attrattività di Forlì è dovuto a vari fattori: gli “anziani” medici che hanno anni di esperienza ospedaliera formano i tanti giovani volenterosi che sono venuti a lavorare a Forlì da tante parti d’Italia; poi l’ottima gestione degli ambulatori ginecologici e ostetrici dedicati in cui si prendono decisioni spesso difficili e che sono punto di riferimento per chi viene da fuori dal comune e dalla regione; e ancora alle ostetriche che seguono la donna durante il percorso della nascita, alle infermiere che insieme alle ostetriche si occupano della donna dopo il parto; al Consultorio con cui c’è una solida collaborazione grazie alla quale si sono notevolmente ridotte le fughe delle donne; e in fondo anche per me che lavoro perché tutti siano soddisfatti e crescano professionalmente e non è facile in questo periodo di doppi turni, a volte massacranti, ore in più non pagate, stipendi che rispetto al privato sono penalizzati».

La qualità dell’assistenza sembra fare la differenza a favore di Forlì. «Il valore è misurato da una serie di parametri, dall’attenzione alla fisiologia del parto, la riduzione dei cesari, dei parti operativi, delle ventose, delle fisiotomie, l’empatia con la quale si gestisce la persona e non il caso clinico, su cui io credo molto. Non per niente ci sono una decina di specializzandi che vengono a Forlì per fare la loro specialità. La difesa della fisiologia che vuol dire ridurre l’intervento medico, e infine il lavoro di squadra che premia sempre. Negli ultimi due decenni c’è stato un cambiamento nell’ostetricia perchè le donne partoriscono più tardi e la patologia ostetrica è sempre più rappresentata – dice Savelli – L’età media è di 32 anni e mezzo alla prima gravidanza, si fanno sempre meno figli, sempre più con tecniche di fecondazione assistita. Le donne oggi chiedono attenzione al loro caso in particolare, chiedono di più in generale».

Un anno particolare, non solo per i mille nati. Il reparto diretto da Luca Savelli è salito agli onori anche durante la pandemia, perchè l’attività non si è mai fermata: ci sono state nascite fatte anche nelle notti dell’alluvione sia a Forlì sia a Faenza, altro reparto guidato dal primario del “Morgagni Pierantoni”, tanto da attirare anche il Tg1. Una attenzione che ha permesso di raggiungere il traguardo dei mille nati in un solo anno.

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