Forlì, nasce un innovativo laboratorio di paleopatologia

Forlì
  • 18 giugno 2025

Dal palco del Festival di Caterina, nella recuperata Rocca di Ravaldino, il sindaco Gian Luca Zattini, ha annunciato nei giorni scorsi l’innovativo progetto del laboratorio di paleopatologia di Forlì, esperienza unica nel suo genere per la volontà di aprire un’importante istituzione accademica ai giovani ed alla scuola, dando spazio anche al territorio.

L’annuncio è avvenuto nel corso dell’evento inaugurale della rassegna, dal titolo “Geni(o) e sregolatezza. Nuove scoperte su Giovanni dalle Bande Nere” nell’ambito della presentazione del libro di uno dei padri della Paleopatologia Europea, il professor Gino Fornaciari, “Giovanni dalle Bande Nere - Paleopatologia dell’ultimo Capitano di Ventura - e Maria Salviati”.

Il libro di Gino Fornaciari, raccoglie i risultati degli studi genetici sui resti, offre un’occasione unica per approfondire la sua eredità biologica e scoprire nuovi dettagli sulla sua salute, le sue origini e il contesto storico in cui visse. Uno studio prevalentemente paleopatologico che intende ricostruire non solo lo stile di vita e le cause di morte del forlivese Giovanni de’ Medici, rimaste finora incerte in base alle cronache coeve e alle fonti storiche successive, ma anche gettare nuova luce sullo stile di vita e sulla malattia terminale di Maria Salviati, sposa e vedova del celebre condottiero. Il volume chiarisce quindi, per la prima volta, le vere cause di morte di Giovanni delle Bande Nere ed offre anche una valutazione dal punto di vista genetico mettendo in evidenza, per la prima volta, l’importanza della presenza del cosiddetto gene dell’aggressività.

“Il laboratorio sarà un centro di grande prestigio scientifico - ha spiegato il sindaco - la paleopatologia è una scienza relativamente giovane che studia le malattie delle persone vissute nel passato attraverso l’analisi diretta dei loro resti umani (ossa e mummie) ma in modo più completo rispetto all’archeologia, all’antropologia che studia il comportamento dell’essere umano o alla storia, perché non si limita a studiare le malattie, ma analizza come queste influenzavano la vita e la società di allora. La modernità di questa scienza sta anche nella propensione alla multidisciplinarietà, al contributo di diverse professionalità, utilizzando tutte le metodologie della medicina moderna, dell’archeologia, dell’antropologia senza tralasciare le più attuali tecniche radiologiche (TAC) che ci permettono di non essere troppo invasivi sui resti umani, spesso delicati come nel caso delle mummie o di resti di importanza religiosa, come nel caso dei recenti studi sulle spoglie mortali di San Mercuriale.”

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