Forlì. Moschea, l’opposizione: «Rispettare norme e vincoli, ma va trovato uno spazio idoneo alla comunità islamica»

Con la richiesta della comunità islamica di ampliare la moschea di via Masetti, avanzata per far fronte ad un’esigenza di spazi, si è aperta inevitabilmente la discussione tra le forze politiche. Da un lato Fratelli d’Italia che non arretra e rimane ferma sul rispetto della normativa, dall’altro l’opposizione che, seppur nell’osservanza dei vincoli urbanistici, auspica in una soluzione che possa sia salvaguardare il diritto di culto che far fronte alle problematiche insorte con l’aumento dei fedeli che frequentano il centro islamico forlivese. Nel caso specifico di Forlì, la normativa di zona del Rue non contempla un ampliamento edilizio e in occasione del cambio di destinazione d’uso concesso a suo tempo per trasformare il capannone in moschea, che tra l’altro fu oggetto di discussione animata, fu specificato in maniera chiara che non era possibile un ulteriore ampliamento. Sull’area insiste anche un vincolo paesistico che ostacola fortemente la richiesta della comunità islamica poiché la zona è sottoposta all’obbligo di tutela fluviale come previsto dal piano sovracomunale della Provincia.
Deroga non fattibile
«Prevale l’aspetto tecnico - dice chiaramente il capogruppo di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ragni -. E’ una strada non percorribile perché ci sono regole e vincoli che vanno rispettati. Sia chiaro, a queste condizioni avremmo risposto convintamente no a chiunque avesse fatto domanda di ampliamento». L’unica possibilità per il centro di via Masetti sarebbe una deroga che però dovrebbe ottenere il parere positivo della maggioranza del consiglio comunale che, stando alla linea tenuta da Fratelli d’Italia, difficilmente potrebbe essere raggiunta.
«Alla luce degli accadimenti alluvionali nel 2023, andare oltre un vincolo per una costruzione vicino al fiume è sbagliato e non tutelerebbe l’incolumità delle persone- spiega il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia e consigliere regionale, Luca Pestelli -. Inoltre, un ampliamento è profondamente ingiusto nei confronti di tutti quegli imprenditori, specialmente agricoli, che faticano a ripartire e ancora attendono le opere di messa in sicurezza da parte della Regione. Per non parlare del fatto che un ampliamento della moschea comporterebbe altro consumo di suolo».
Cercare altri spazi
Sul tema più cauta è l’opposizione. «E’ fondamentale vengano rispettate le norme urbanistiche vigenti - afferma il capogruppo del Pd, Alessandro Gasperini-, ma altrettanto importante è arrivare ad una soluzione che continui a garantire il diritto di culto della comunità islamica e tenga conto delle sue esigenze, oltre al fatto che ci risultano esserci già delle criticità in quella zona legate al traffico e ai parcheggi soprattutto il venerdì e durante il Ramadan. Se il Comune fosse a conoscenza di altri spazi o aree, potrebbe aprire un confronto con la comunità islamica per arrivare insieme al risultato migliore per tutti».
Anche la consigliera Diana Scirri di Avs entra nel merito: «Personalmente sono sempre stata contro ogni costruzione in prossimità del fiume, è ingenuo continuare a impermeabilizzare il suolo in un’area fluviale dopo il maggio 2023. Fa sorridere che ora l’Amministrazione, che non ha mai prestato attenzione a questo tema, dica di no alla comunità islamica visto che recentemente ha dato il via libera alla realizzazione della centrale di accumulo a Durazzanino che si trova in una zona a rischio. E’ necessario, quindi, trovare un luogo idoneo e appropriato per garantire il diritto di culto». Non è d’accordo Ragni che in merito afferma: «La moschea di Forlì è già proporzionata agli islamici residenti nel Comune di Forlì. Se sono troppi è perché vogliono ambire a raccogliere mussulmani anche di altri comuni. L’allargamento non rappresenta per noi una priorità politica».