Forlì. Michele Gaudio: «La sanità è in sofferenza, serve un cambio di rotta»

Forlì

«L’Ausl Romagna tiene rispetto ad altri territori, ma la sanità è in evidente sofferenza e serve un cambio di rotta a livello nazionale». Michele Gaudio, presidente dell’ordine dei medici di Forlì fa il punto sulla sanità che ormai soffre di “malanni cronici. «Ormai è acclarato che la sanità in generale, quindi anche l’Ausl Romagna - prosegue Gaudio - ha problemi di tenuta. In gran parte dovuti alla mancanza di personale sanitario, medici e infermieri e in parte dovuti a un flusso economico che non è quello che dovrebbe essere. Le risorse non sono congrue con quelle che sono le aspettative delle persone. Anche a Forlì l’ospedale è in sofferenza, lo è il territorio, è un momento nel quale ad esempio molti colleghi vanno in pensione e non sempre si riesce a trovare i sostituti. Tutto questo finisce per aggravare la situazione. I dati dell’Enpam (Ente Nazionale di previdenza e assistenza medici) evidenziano che questo tipo di sbilancio nel ricambio generazionale durerà ancora a lungo, almeno altri 4-5 anni». La mancanza di personale è la causa principale dei disservizi del sistema sanitario nazionale e delle lunghe liste di attesa che i pazienti spesso devono subire. La Romagna non fa eccezione, anche se ha una tenuta maggiore rispetto ad altre realtà.

«Devo riconoscere che l’Ausl Romagna ha messo in campo tutto quello che aveva a disposizione in termini di organizzazione ed efficientamento - sottolinea Gaudio - però questo non dappertutto basta. L’emergenza-urgenza funziona nonostante la carenza di personale, ma tutto il resto è rallentato. Ci dobbiamo preparare a un altro anno dove questi problemi resteranno di attualità, in attesa di verificare se ci sarà un miglioramento del finanziamento del sistema sanitario nazionale, poi se tutte le procedure previste in tema di assistenza territoriale e tutti i benefici che dovrebbero derivare dal Pnrr portino risultati concreti. Parte dei problemi si sono risolti con il sacrificio e l’abnegazione degli operatori sanitari, ma non si possono chiedere all’infinito, poi soprattutto dietro ci sono livelli stipendiali neanche lontanamente adeguati a quelli europei. C’è uno stato comunque di malcontento da parte degli operatori sanitari che rischia di accentuarsi ulteriormente. Questo succede a Forlì come in altre realtà, esiste una situazione di disagio dei medici ospedalieri e dei medici territoriali, non potremo resistere a lungo. Le condizioni lavorative sono diventate insostenibili rispetto a dieci anni fa - continua Gaudio - Tutto il sistema, che è normato da una legge del 1992, è in sofferenza e va rivisto. L’Ausl Romagna tiene, ma con difficoltà e con continui correttivi che non sono sempre strutturali per cui finiranno per non essere più risolutivi».

Gaudio evidenzia però un aspetto positivo importante presente all’interno di Ausl Romagna: «Qui c’è una grande collaborazione tra professionisti di unità operative distanti anche decine di chilometri. C’è la voglia di ottimizzare al massimo le operazioni. In pratica, ci diamo una mano tra vari territori, c’è una grande sinergia per omogeneizzare la qualità delle cure».

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