Forlì, Mezzacapo: “Così la città torna al centrosinistra”

In città, come noto, c’è una voce che continua a farsi sentire e spesso con toni dissonanti rispetto al coro della maggioranza. Si tratta di Daniele Mezzacapo, consigliere comunale della Lega, che pur sedendo tra i banchi di chi governa, non esita a sollevare critiche mentre il suo partito e il sindaco Gian Luca Zattini procedono su binari paralleli.
Consigliere, lei è spesso percepito come una voce critica all’interno della maggioranza. Si sente un “franco tiratore” ?
«Io rappresento un buon numero di elettorato leghista che, al momento, non è convinto delle politiche messe in campo da questa giunta guidata da Gian Luca Zattini proprio perché sono saltati alcuni accordi del passato. Molti cittadini mi scrivono che a loro avviso quello della città non è un governo di centrodestra. Personalmente, ma anche il partito più di un anno fa prima della rielezione del sindaco, ho aderito ad un documento programmatico che nei fatti è stato disatteso e oggi ci troviamo di fronte ad una giunta con alcuni elementi che non sono figli del centrodestra. Nel 2019 c’è stato un cambio di passo, ora non si nota più la differenza».
Quali sono i limiti di questo “essere fuori dal coro”?
«Io non ho limiti, non sono un assessore che alla fine del mese riceve uno stipendio. Per me fare politica continua ad essere una passione».
In realtà lei percepisce un gettone di presenza. Come consigliere risulta essere, tra l’altro, il meno presente in consiglio comunale, nonostante sia stato eletto dai cittadini.
«Nel momento in cui sono venute meno le visioni condivise e non c’è continuità con il documento programmatico del centrodestra, a mio avviso non ha senso presentarsi tra i banchi dell’assise e votare».
E’ stato molto critico su alcuni temi del dibattito politico locale, da ultimo la sosta a pagamento in via Gerolimini. Qual è la sua visione e in cosa si differenzia da quella della maggioranza?
«L’impressione è che si stia agendo facendo tanti piccoli interventi fini a sé stessi. E’ vero che in passato ho votato a favore della sosta a pagamento in via Gerolimini, ma questo faceva parte di una progettualità diversa che comprendeva prima l’intervento di demolizione del mercato ortofrutticolo e la realizzazione di un’area polifunzionale. Che fine ha fatto quel progetto? Così come mi ero preso l’impegno di arrivare a dotare la Polizia locale di oltre 140 agenti come previsto dalla legge regionale. Mi pare che le unità del Corpo siano più o meno sempre le stesse e le nuove assunzioni vadano nella direzione di coprire i posti attualmente vacanti. Stesso principio è valido per il centro storico, cinque anni fa c’era la voglia da parte del centrodestra di rilanciarlo mentre ora c’è la percezione che sia in stato di abbandono perché non c’è un vero progetto urbanistico di riqualificazione».
Come vede il futuro della città nei prossimi anni?
«Con ogni probabilità, salvo un cambiamento, con questa giunta riconsegneremo Forlì al centrosinistra, posto che ho alcuni dubbi sul fatto che alcuni elementi rimangano nel centrodestra. Perchè la Lega dovrebbe continuare ad accettare ruoli di serie B o raccogliere le briciole? Questa è una riflessione che secondo me il partito dovrebbe iniziare a fare e aprire la discussione internamente».
Quale tema la giunta dovrebbe invece iniziare ad affrontare immediatamente?
«Non c’è un piano di sviluppo della città. Forlì cresce grazie alla lungimiranza e agli sforzi di alcuni imprenditori, ma nei fatti il Comune non crea condizioni per lo sviluppo. Basti pensare all’aeroporto, che sì è in mano ai privati ma il Municipio non spinge certo sull’acceleratore, o al fatto che non ci sia stato un potenziamento degli scali ferroviari. Forlì è indietro su tutto, non solo dal punto di vista infrastrutturale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA