Con l’ultima lezione in calendario l’11 dicembre scorso, si è ufficialmente concluso il primo ciclo di lezioni per gli studenti di Medicina e Chirurgia: sei anni di impegno costante che giungono a compimento, lasciando spazio all’emozione e alla consapevolezza di aver superato una delle sfide accademiche più importanti per Forlì. Il primo tassello è stato raggiunto, a maggio le prime sessioni di laurea che entro luglio porteranno i primi 95 iscritti al corso di Medicina e Chirurgia al raggiungimento dell’obiettivo. Sebbene la strada verso la professione medica preveda ancora tappe fondamentali - dalla tesi di laurea alle specializzazioni - la chiusura delle lezioni frontali rappresenta il superamento di un “giro di boa” simbolico. «Fa tanto piacere, ma c’è anche un po’ di timore - non lo nega il rappresentante degli studenti, Davide Montecchio -. Abbiamo vissuto momenti unici, a volte complessi, ma ora siamo pronti grazie ai docenti con cui abbiamo avuto un rapporto diretto. Si sono mostrati sempre molto disponibili e in diverse occasioni ci sono venuti incontro, siamo stati anche un po’ coccolati forse perché eravamo i primi a sperimentare la facoltà». Sei anni fa, infatti, il nuovo corso di laurea è stata una scommessa un po’ per tutti. «Personalmente ho scelto Forlì e non me ne pento - prosegue il futuro medico -. Il Campus mi è sempre piaciuto molto, ricorda un college americano, e poi l’Università è nel centro della città. Qui, poi, ci sono laboratori nuovi dotati di attrezzature all’avanguardia, tutto è molto performante. Anche spostandosi all’ospedale, comunque, la facoltà non è dispersiva come invece possono essere i grandi atenei, è a misura di studente». Oltre ai libri e alle ore trascorse in aula o in reparto, questo periodo è stato molto più di un semplice iter accademico. È stato un percorso di crescita profonda, sia umana che professionale, dove la teoria ha lasciato gradualmente il posto alla realtà della cura e del contatto con il paziente. «Il punto di forza di questo corso di laurea è anche la possibilità che ci è stata data per svolgere i tirocini - aggiunge Montecchio -. C’è un’ampia possibilità di scelta e si può spaziare, tra gli studenti c’è anche chi ha optato per un servizio all’Irst di Meldola e chi magari si è spostato a Rimini per chirurgia pediatrica». All’inizio, però, per chi proveniva da fuori c’è stato l’impatto con la città. «Forlì subito ci è sembrata spenta - conclude il laureando -, poi scoprendola in realtà abbiamo notato che le occasioni di socialità non mancano. Certo, non è Bologna ma qui si trova il giusto equilibrio tra studio e divertimento. Il corso di laurea a Forlì lo consiglierei a chi volesse intraprendere questa strada».
Il coordinatore del corso
«Sono stati sei anni intensi, ma bellissimi. Questi ragazzi li conosco per nome e la facoltà di Medicina e Chirurgia ha oggi il numero di studenti in corso più alto in Italia, ora mi aspetto che gran parte di loro si presenti già alle prime sessioni di laurea in programma dalla primavera». Non nasconde la soddisfazione il coordinatore Franco Stella.
Sei anni fa il corso di Medicina a Forlì era una scommessa ambiziosa, un progetto su carta che ormai è diventato una realtà affermata. «Non nego che siano stati anni anche difficili, abbiamo attraversato il Covid e soprattutto per me era la prima esperienza da coordinatore per questo tipo di corso di laurea - prosegue Stella -. Nonostante ciò, abbiamo avuto studenti veramente motivati, con i quali si è creato un rapporto diretto. Sono stati i primi a sperimentare tutto, hanno vissuto la nascita di una facoltà e ora raccoglieranno i primi frutti».
I numeri
A Forlì la facoltà è partita con 95 matricole, di cui cinque extra Europa per arrivare a quest’anno, con le nuove modalità di iscrizione, a 180 studenti a fronte di 495 domande. «Non so ancora con precisione come è andato il test del primo semestre, ma Forlì è molto richiesta tra gli universitari - dice il coordinatore -. Credo che andremo a pescare da una fascia molto alta e a coprire tutti i posti disponibili».
In attesa di capire gli sviluppi che sono scaturiti dalla nuova riforma, il corso di laurea in Medicina e Chirurgia può raccogliere i risultati di questi primi sei anni. «Forlì ha margini per crescere, nonostante un numero di studenti congruo alla disponibilità degli spazi e dei tirocini - sottolinea Stella -. E’ proprio quest’ultimo fattore a fare la differenza. Forlì, infatti, può contare su una delle più grosse reti in Emilia Romagna in fatto di tirocini, dando la possibilità di estendersi su tutta l’Ausl Romagna. Questo è un valore aggiunto dell’azienda, anche in termini di qualità delle prestazioni. Non solo, ho notato una grande disponibilità da parte di tutto il personale sanitario ospedaliero».