Forlì, lo sfogo di Catalano dopo la mancata elezione

Forlì
  • 18 luglio 2024

«Sono stato onorato della richiesta che mi ha fatto la Lega, mi aspettavo però che il mio partito, che ho contribuito a ricostruire a Forlì facendo allora anche una campagna acquisti e inserendo persone come Emanuela Bassi e Damiano Bartolini, dimostrasse affetto nei miei confronti». Così, non è stato e Marco Catalano, consigliere di Fratelli d’Italia candidato alla presidenza del consiglio comunale, lo ha toccato con mano durante l’assise cittadina di martedì.

Per l’ex assessore, che nei fatti è stato il secondo consigliere più votato tra le file del partito di Giorgia Meloni, la delusione è tanta. «Io sono dell’idea che quando sposo una persona, la sposo fino in fondo - prosegue Catalano -. Per cui sono prima rimasto stupito del fatto di non poter proseguire come assessore visto anche il lavoro svolto in questi anni. Quello che più dispiace è non aver potuto proseguire in questo percorso, non per puro vezzo personale, ma per le 454 preferenze che mi sono state accordate. Facendo una mano di calcoli ho preso più voti di quelli ottenuti insieme da quattro consiglieri del mio partito. Sono dell’idea che quella della tua famiglia devono difenderti sempre e mi sono reso conto che così non è stato sin dalla composizione della giunta nonostante gli elogi da parte del sindaco verso di me, ma da quando sono diventato assessore c’è stato un “raffreddamento” nei miei confronti da parte di Fdi e soprattutto da parte del consigliere Fabrizio Ragni, tra l’altro entrato grazie al fatto che ho preso parte alla giunta. Ad ogni modo, ora sono fuori anche dalla presidenza ma quello che più amareggia è che non si tiene conto del voto dei cittadini. Tra l’altro le mie preferenze, sommate a quelle ottenute da Daniele Mezzacapo (con 459 voti è il primo degli eletti della Lega ndr), portano i voti a 950 e il che vuol dire che sono state disattese le intenzioni di una comunità di quasi mille persone ottenendo, perciò, consenso. Forse era meglio dirci sin dal principio che dovevamo portare l’acqua al mulino senza raccogliere la farina».

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