Forlì, liste d’attesa: l’Ordine punta sulle sinergie pubblico-privato

Lunghe liste d’attesa e medici sfiniti dalla estenuante mole di lavoro: la sanità continua ad essere in affanno e l’unica soluzione praticabile, almeno nel breve periodo, per dare respiro al sistema sanitario sembra quella di coinvolgere ulteriormente la sanità privata convenzionata. Michele Gaudio, presidente dell’ordine dei medici di Forlì, fa il punto sul settore sanitario che sembra un malato cronico. «La situazione – spiega – non è cambiata nel senso che siamo ancora in grossa difficoltà. Il sistema sanitario nazionale è in profonda crisi e non vedo soluzioni a breve termine che possano migliorare la situazione. Bisogna intervenire in maniera strutturale e riformare il sistema sanitario nazionale che è ancora normato con una riforma che risale al 1992. Bisognerà trovare ulteriori sinergie con il privato convenzionato, soprattutto per quanto riguarda le specialistiche perché non è con un paio di miliardi in più sul finanziamento del Fondo sanitario nazionale che risolviamo i problemi».
Se fortunatamente le emergenze e le urgenze vengono gestite nei tempi previsti dimostrando che il sistema regge, anche la sanità romagnola non è esente da lunghe liste d’attesa nell’erogazione di visite ed esami specialistici. «Perdurano le liste d’attesa che sono inaccettabili – continua Gaudio –. Sono allucinato dal fatto che ormai ottenere delle prestazioni specialistiche in ambito del Ssn è diventata un’impresa, fermo restando che le urgenze vengono gestite in maniera adeguata. La Regione ha imposto alle Ausl di aumentare le prestazioni del 20% ma non capisco con quali risorse soprattutto umane». I camici bianchi vivono una situazione lavorativa pesante. «I colleghi sono sfiniti e molti di quelli che lavorano in ospedale vanno nel territorio o nel privato. Questo dovrebbe essere un segnale per far capire che così non si può andare avanti».