Forlì. Liste d’attesa in sanità, anche un anno per una gastroscopia. Sintoni: “Mancano gli specialisti”

Forlì

Le liste d’attesa sono un tema che attanaglia il sistema sanitario nazionale e non risparmia neanche la sanità romagnola seppur con importanti distinguo. Se, infatti, le prestazioni urgenti vengono erogate entro i tre giorni previsti dalla normativa e anche la tempistica relativa agli interventi chirurgici è molto buona, ci sono invece difficoltà nell’erogazione di visite specialistiche ambulatoriali non urgenti. Si può attendere fino ad un anno per una gastroscopia o colonscopia, 4 mesi per una visita endocrinologica e 3 per quella oculistica non urgente mentre sono circa due i mesi da attendere per l’ecocolordoppler o per una visita in gastroenterologia.

«Per quanto riguarda le liste d’attesa la situazione è diversificata - spiega Francesco Sintoni, direttore del Distretto socio sanitario forlivese -. Per quanto riguarda gli interventi chirurgici i tempi d’attesa sono molto buoni, l’Ausl Romagna è una delle poche aziende a livello nazionale che ha aumentato la produzione rispetto al periodo pre pandemico».

Non tutti gli interventi chirurgici sono naturalmente uguali e c’è qualche ritardo solo tra le operazioni non urgenti che riguardano, ad esempio, vene varicose, ragadi, colecistectomia, ernie ed emorroidi.

«Ci sono un po’ di interventi scaduti sul 2023 che sono in via di recupero – continua il direttore del Distretto socio sanitario forlivese – ma si tratta di interventi che non minacciano la sopravvivenza del paziente».

Il tasto dolente, come anticipato, riguarda visite ed esami specialistici. Ci sono ancora ritardi legati al grande arretrato che si è accumulato durante la pandemia e che ancora non è stato totalmente riassorbito ma non riguarda tutte le specialità. «Ci sono alcune branche in cui ci sono ancora delle difficoltà che sono nazionali e non solo dell’Ausl Romagna - sottolinea Sintoni -. In alcune specialità facciamo fatica a reperire i professionisti. In gastroenterologia abbiamo tempi d’attesa che superano a volte anche l’anno per una gastroscopia o colonscopia non urgenti, a livello della Romagna e fino a qualche anno fa non era così. È un ambito su cui l’azienda sta lavorando. L’anno scorso siamo riusciti ad acquisire nuovi specialisti ed è in via di definizione, proprio adesso, un piano di recupero dell’arretrato anche con modalità più innovative d’integrazione con la medicina generale».

In questo ambito specifico l’adesione alle campagne di prevenzione potrebbe giocare un ruolo fondamentale. «Le colonscopie sono tra le prestazioni su cui ci sono tempi più lunghi - ragiona - ma a Forlì è bassissima l’adesione allo screening oncologico che permette di aggredire la patologia in fase molto iniziale in cui è più facile intervenire».

Anche pneumologia è in affanno per la difficoltà di reperire medici e ciò si ripercuote, ovviamente, sui tempi delle visite non urgenti. «Ci sono tempi di attesa lunghi sulle prestazioni programmabili - continua Sintoni -. L’azienda sta cercando professionisti ma c’è proprio un problema di reperimento delle risorse umane».

A Forlì altra branca in cui si registrano difficoltà è la diabetologia e l’endocrinologia. «Anche qui però siamo riusciti a sistemare la dotazione organica e adesso si stanno attuando dei correttivi circa il numero di visite messe a disposizione che riteniamo ci consentiranno di avere risultati in tempi non troppo lunghi».

Sforano, poi, di 35-40 giorni le visite cardiologiche eseguibili a 30 o 180 giorni ma talvolta è il paziente che sceglie di attendere più tempo pur di essere visitato al Morgagni-Pierantoni.

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