E’ in pieno svolgimento il restauro della Chiesina dell’Addolorata di via Maroncelli. I lavori, affidati alle ditte Mercatali Rastauri di Mercatali Stefano e Artemasia di Polidori Mascia, entrambe di Cesena, consistono nella pulizia e ritinteggiatura degli interni dell’edificio. Le monache Clarisse Urbaniste del Corpus Domini, proprietarie dell’edificio, avrebbero intenzione di affidarlo in gestione, una volta recuperato, alla Diocesi o allo stesso Comune di Forlì, per mostre d’arte, esposizioni e iniziative culturali. La chiesetta è parte integrante del monastero del Corpus Domini: oltre al corpo centrale su piazza Ordelaffi, comprendente la chiesa e il convento, lasciato dalle suore nell’ottobre 2021 e oggi abitato da una ventina di profughe ucraine, il complesso si protende anche su entrambi i lati di via Maroncelli, fino a ricomprendere la chiesetta ora soggetta a restauri. Il Corpus Domini sorge sull’area un tempo occupata dalla dimora degli Ordelaffi, signori della città fino all’avvento di Girolamo Riario e Caterina Sforza, nella seconda metà del XV secolo. Nel medioevo divenne sede della congregazione dei Battuti Neri, dediti al pietoso seppellimento dei condannati a morte, degli stranieri e degli assassinati. Nel 1571 vi si insediarono le Convertite di Santa Maria Maddalena, poi rifondate, a partire dal 1762, da padre Andrea Michelini, gesuita di grande levatura culturale e spirituale, inviato a Forlì da Bologna nel 1755. Durante l’invasione giacobina, nel 1797, padre Andrea, che non era più gesuita a causa della soppressione del suo ordine disposta da papa Clemente XIV, dimostrò “nero su bianco” ai francesi di essere il proprietario del Corpus Domini: questo gli consentì di salvare il complesso dalla spoliazione di beni e opere d’arte. Consacrata nel 1795 dal vescovo di Forlì monsignor Mercuriale Prati, l’Addolorata è semplicemente la chiesina di don Raggi. La fama del luogo di culto di via Piero Maroncelli, rimane ancorata a don Faliero Raggi, il sacerdote che l’ha officiata sino alla scomparsa, nel 1972. Anche dopo la sua morte, nel presbiterio è rimasto a lungo allestito un grande presepe artistico, realizzato con statuine in legno fatte intagliare ad Ortisei. Per oltre un ventennio e fino al 2019, la chiesina è stata utilizzata dall’associazione “Amici di Benedetta” per mercatini d’oggettistica finalizzati all’autofinanziamento. Sull’altare centrale dell’edificio ritornerà visibile una “Deposizione” del bolognese Gaetano Gandolfi, finora conservata nel convento.
Forlì. Lavori di restauro nella chiesina dell’Addolorata, in futuro potrebbe ospitare eventi culturali